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Luca Ronconi
 
Il ventaglio

(a. Carlo Goldoni)
(sc. Margherita Palli)
(c. Gabriele Mayer)


luci: Gerardo Modica
suono: Hubert Westkemper
musiche a cura di Paolo Terni

Personaggi - interpreti:
Il Signor Evaristo - Raffaele Esposito
La Signora Geltruda, vedova - Giulia Lazzarini
La Signora Candida - Pia Lanciotti
Il Barone del Cedro - Giovanni Crippa
Il Conte di Rocca Marina - Massimo De Francovich
Timoteo - Riccardo Bini
Giannina, giovane contadina - Federica Castellini
La Signora Susanna, merciaia - Francesca Ciocchetti
Coronato, oste - Gianluigi Fogacci
Crespino, calzolaio - Simone Toni
Moracchio, contadino, fratello di Giannina - Giovanni Vaccaro
Limoncino, garzone di caffé - Pasquale Di Filippo
Tognino, servitore delle due signore - Matteo Romoli
Scavezzo, servitore d'osteria - Marco Vergani
Garzoni - Ivan Alovisio, Gabriele Falsetta, Andrea Luini

Produzione Piccolo Teatro di Milano


Milano, Piccolo Teatro Strehler
16/01/2007



dal "Patalogo 30" (Ubulibri, Milano, 2007)
per gentile concessione della Associazione Ubu per Franco Quadri

Il ventaglio è una commedia corale, per il regista il messaggio in bottiglia che l'autore manda all'amatissima patria lontana. C'è dunque malinconia nella sua storia, ma anche una forza che Ronconi rivela nell'accentuazione dei giochi amorosi che compongono triangoli che sparigliano le coppie, che alla fine si ricomporranno. Ed è proprio in questambiguità sottile, che si trasforma talvolta in eccitazione erotica e in ansia motoria, che ha lavorato con una finezza e una misura esemplari.
Maria Grazia Gregori ( L'Unità - 18 gennaio 2007)

Mettiamo che un maturo spettatore del Ventaglio ripensi a quando ne leggeva il testo da ragazzo, restando incantato dalla leggerezza con cui quel lavoro scende nel profondo. Ora quel tale potrebbe trovarsi ricompensato dall'allestimento di Luca Ronconi al Piccolo Teatro per il bicentenario dell'autore, cioè a un pensoso Goldoni in apparenza poco goldoniano. Ma chi è Goldoni oggi? Il nostro regista parti da una sua pièce al proprio debutto oltre quarantanni fa in uno spettacolo di esasperato realismo, opzione di cui si è per via liberato nei successivi incontri con quel grande. Ora eccolo a un punto d'arrivo di fronte a un insolito testo scritto in esilio dove i personaggi si rivelano solo correndo dietro a un oggetto frivolo, di cui si fanno un amuleto o una bussola arbitra dei loro destini per scoprirvi la follia della nostra società."
Franco Quadri ( La Repubblica - 22 gennaio 2007)

Tutto è prosciugato: niente minuetti prevedibili, ma inquietanti accordi del Novecento meno scontato, con i quali Paolo Terni dà subito l'incipit di un thrilling; grandi pareti grigie, dove Margherita Palli dissemina elementi scenografici puramente funzionali, come tavoli d'osteria, banconi di merceria, vasi di speziale. I costumi belli e curati di Gabriele Mayer citano il Settecento, e l'effetto è, più ancora che Longhi, una malinconica allusione a Hogarth, oltre che una livida prospettiva goldoniana. Su questo orizzonte Goldoni procede secondo il principio dello tsunami: dalla agognata boccata d'aria che II ventaglio dovrebbe procurare, scatena una progressiva tempesta, magnetica e ormonaie, che grazie alle sonorità di Hubert Westkemper arriva nel finale a un vero e proprio uragano. L'aria dell'incontinente, si potrebbe dire, che rovescia tavoli e sedie, come anche posizioni sociali e sentimenti. E facendo rovinare a terra tende e velari, scopre l'afa opprimente di un contenitore serra, gabbia claustrofobica dell'eros e del cambiamento. E un segnale forte, una direzione imprescindibile adesso, per restituire a Goldoni, dopo trecento anni, la dovuta grandezza di nostro contemporaneo.
Gianfranco Capitta ( Il manifesto - 21 gennaio 2007)

Luca Ronconi mette in scena la commedia delle apparenze con infinita raffinatezza, lontano da qualsiasi realismo: delicatezza dei colori degna di un affresco del Tiepolo, precisione estrema della recitazione. La sua tempesta teatrale, che è forse una strizzata d'occhi estremamente elegante a quella che il suo illustre predecessore Giorgio Strehler scatenava nelle Baruffe chiozzotte, denuda allo stesso tempo la scena e la geografia sentimentale di ciascuno, lo spazio di un istante di vita ripiegato come un ventaglio. Goldoni smonta con sorridente dolcezza il fragile meccanismo dell'esistenza, sempre pronto a guastarsi sotto il soffio del desiderio.
Fabienne Barge ( Le Monde - 13 maggio 2007)



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