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Luca Ronconi
 
In cerca d'autore. Studio sui Sei personaggi

(a. Luigi Pirandello)
(sc. Bruno Buonincontri)
(c. )

assistente alla regia: Luca Bargagna
luci: Sergio Ciattaglia
direttore di scena: Alberto Rossi
produzione a cura di Roberta Carlotto
delegati di produzione: Claudia Di Giacomo, Maria Zinno, Elisa Ragni

con: (in ordine alfabetico) Rita De Donato, Fabrizio Falco, Davide Gagliardini, Lucrezia Guidone, Elisabetta Mandalari, Luca Mascolo, Paolo Minnielli, Elisabetta Misasi, Massimo Odierna, Alice Pagotto, Sara Putignano, Andrea Sorrentino, Remo Stella, Andrea Volpetti, Elias Zoccoli

Produzione Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" e Centro Teatrale Santacristina
Progetto realizzato nel triennio 2010-2012 dal Centro Teatrale Santacristina


Spoleto (Pg), Teatrino delle 6
07/06/2012


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In forma claustrofobica, prosciugata, ringhiosa, ammutolita, ma anche (il leader del gruppo) assertivamente spiritata, sono i Sei Personaggi pirandelliani trovati, più che cercati, da Luca Ronconi che in effetti li ha intercettati/trasposti in un nucleo vitale di giovani attori diplomati all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, un’équipe che ha lavorato con lui da tempo al Centro Teatrale Santacristina che è una Città del Sole scenica, architettonicamente esemplare, a ridosso del buen retiro umbro del Maestro. Contemplo questa comunità nello spoletino Teatrino delle Sei che, grazie al cartello operativo-culturale dell’Accademia, di Santacristina e del Festival, è stato trasformato in uno spazio bianco e rettangolare a immagine e somiglianza dell’hangar-studio dove Ronconi conduce la sua amatissima ed efficacissima attività di laboratorio, di prove permanenti, di factory di formazione da cui emerge da anni la meglio gioventù del teatro di domani. […] Spettacolo bellissimo, ombrosissimo, nervosissimo, essenzialissimo, che dovrebbe replicarsi ovunque e per chiunque, questo. Spettacolo casto e duro, ammalato e puro, riassumibile anche nel respiro-rantolo dei Personaggi.
[...] Nella semplicità (e anche relativa parsimonia) del lavoro comune tra il suo Centro Teatrale Santa Cristina e l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, [Ronconi] mostra un lavoro su Pirandello come di rado se ne erano visti. Il regista, al suo terzo lavoro sullo scrittore siciliano (dopo Questa sera si recita a soggetto realizzato a Lisbona e a Roma su cui si eserciterà anche nel laboratorio della Biennale nel prossimo agosto, e quei Giganti della montagna realizzati per Salisburgo) fa un’operazione netta. Libera il testo di tutte le formulette che al teatro pirandelliano si sono incrostate lungo un secolo, a cominciare da quella abusata e scolastica del “teatro nel teatro”. Il nodo drammaturgico si stringe a quello del rapporto tra l’Autore e i sei personaggi, senza pace (se non la madama maitress) ma che possiedono già una tanto concreta fisicità da essere compiuti protagonisti della scena.
Gianfranco Capitta ( Il Manifesto - 14 luglio 2012)

L’irruzione: sei strani personaggi entrano come ragni velenosi. Lungo i muri, sotto il tavolo, facendosi avanti sempre più pressanti, come un pensiero tormentoso, una litania ossessiva. Pronti a svolgere la loro trama vischiosa e catturarci dentro tutta l’attenzione di creatore e spettatore. È come cadere lentamente in un vortice nero, affondare nelle sabbie mobili di una storia feroce, ruggita tra risate sguaiate e voce roca dalla Figliastra (un’intensa e dominante Lucrezia Guidone) che Ronconi costringe – con la sottile crudeltà che esercita spesso nei confronti del mestiere dell’attore – a toni ingolati. Quasi a rappresentare la deformità dell’anima impressale da una madre inetta e da un padre libertino. Vittima rancorosa di una discesa nel degrado, tra braccia lussuriose di una maitresse e poi in quelle incestuose dello stesso padre. La regia di Ronconi traccia linee secche e nervose, strappi sulla tela di un quadro, dove appare ancora più evidente la ferita incurabile della famiglia.
Rossella Battisti ( L’Unità - 13 luglio 2012)

In cerca d’autore viene definito dal regista Luca Ronconi uno studio sui Sei personaggi di Pirandello. Un progetto generoso del grande regista concepito per un gruppo di allievi selezionati dall’Accedemia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, che con lui hanno lavorato tre anni in collaborazione con il Centro Teatrale Santacristina. Ma l’esito finale di questo work in progress è ben più di un saggio riuscito. La messa in scena proposta è uno spettacolo compiuto e completo in ogni minimo dettaglio, che esalta con forza il contenuto estremo del capolavoro pirandelliano, trasportandone il linguaggio in una dimensione moderna, nei parametri della comunicazione attuale, dove la differenza tra reale e virtuale non ha più ragione di esistere. Ronconi rispetta ossessivamente l’opera originale, ma ne scarnifica l’essenza, ne scompagina il testo purgandolo dagli orpelli. Cancella la patina del tempo e riconsegna al pubblico una struttura drammaturgica scarna, essenziale.
Emilia Costantini ( Il Corriere della sera - 12 luglio 2012)

È nella natura quasi propedeutica dei Sei personaggi che Ronconi ha trovato il motore dell’allestimento, e qualcosa di molto intimo; da sempre lui stesso è un maestro in cerca di allievi, straordinario didatta e ancor più straordinario lettore. Lo spettacolo nato dalla collaborazione tra il Centro Teatrale Santacristina e un gruppo di allievi dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico è il punto di arrivo di un laboratorio iniziato nell’estate di due anni fa . Missione compiuta e sorprendente, nella sua apparenza di work in progress. Non solo antipirandelliano, ma stavolta perfino antironconiano. Il testo è sfrondato non poco e ridotto al nocciolo della questione. Non tanto chi cerca chi, caso mai chi è che cosa.
Nanni Delbecchi ( Il fatto quotidiano - 11 luglio 2012)

Lo studio sui Sei personaggi è risultato di un ciclo di laboratori tenuti nel centro estivo di Santacristina. E’ il genere di esperienze – libere dai vincoli della grande produzione – in cui il regista dà oggi il meglio di sé: e infatti questo approccio scarnificato al testo pirandelliano ce ne mostra il nucleo sanguinante come mai forse ci era capitato di vederlo. Anche in questa versione più formalizzata Ronconi – rinunciando al palcoscenico – ha voluto riprodurre la situazione dell’aula in cui lo spettacolo è nato, un lungo spazio bianco, disadorno, arredato solo da una piccola scrivania e alcune sedie di metallo: gli “attori” che arrivano dalla platea, e i “personaggi”, che entrano da un uscio laterale, subito richiuso, si trovano così prigionieri di un ambiente claustrofobico, un’autentica “stanza della tortura”, una trappola mentale che le luci fisse, impietose rendono ancora più inaccogliente.
Renato Palazzi ( Il Sole 24 ore - 8 luglio 2012)

Casa del Diavolo (Perugia). L’utopia abita a Casa del Diavolo. Ha nome e luogo di fiaba il borgo umbro, nel cuore d’Italia, dove vive la bottega di teatro più bella del mondo. A metà strada fra Perugia e Gubbio, a metà strada tra il futuro e il Quattrocento. Fuori non si vede un pezzo d’asfalto o di cemnto per chilometri, soltanto boschi, natura, pomeriggi solitari e notti stellate. Dentro, nel casolare trasformato nel centro Santa Cristina, diretto da Luca Ronconi e Roberta Carlotto, sedici ventenni appena diplomati all’accadmeia Silvio d’Amico lavorano ai Sei personaggi di Pirandello. Il modo d’insegnare teatro di Luca Ronconi andrebbe filmato e consegnato ai posteri. Durante i suoi spettacoli, anche i capolavori assoluti, capita di distrarsi, uscire e rientrare, magari in tempo per cogliere il quarto d’ora sublime. Non è grave, il maestro comprende (“L’attenzione dello spettatore di teatro è intermittente”), capita con tutti i grandi narratori. Chi ha letto Proust o Tolstoj senza saltare interi capitoli? Ma durante le prove di Ronconi distrarsi è impossibile. È come vedere all’opera uno di quei maestri rinascimentali, Verrocchio o il Perugino, che sapevano far di tutto, pittori, scultori, orafi. Lui è registra, critico, storico, drammaturgo. Non bastasse un attore strepitoso, anche se da cinquant’anni recita soltanto per i suoi allievi. Racconta, spiega, ragione e alla fine porge la battuta meglio di chiunque altro.
Curzio Maltese ( Il Venerdì di Repubblica - 29 luglio 2012)

Vai alla scheda dello spettacolo sul sito del Centro Teatrale Santacristina



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