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Luca Ronconi
 
La donna del lago

(a. Gioachino Rossini)
(sc. Margherita Palli)
(c. Carlo Diappi)

libretto: Andrea Leone Totola
direttore d'orchestra: Daniele Gatti
maestro del coro: Lubomir Matl
luci: Guido Levi

Personaggi - interpreti:
Giacomo V / Uberto - Juan Diego Florez
Duglas - Simone Alberghini
Rodrigo - Charles Workman
Elena - Mariella Devia
Malcom - Daniela Barcellona
Albina - Maria Luce Menichetti
Serano / Bertram - Gregory Bonfatti
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Coro da camera di Praga

Allestimento Rossino Opera Festival


Pesaro, Palafestival
14/08/2001


C'è un taglio fiabesco, diventa irriconoscibile l'ambientazione storica che nasce dalla ballata di Walter Scott. […] I personaggi si muovono su una distesa collinosa, ai lati spuntano rocce ricoperte d'erba [...] si respira un'atmosfera, una malìa che abbraccia uno spettacolo di brume, di nebbie leggere. Tanto, i personaggi sono «evanescenti e convenzionali, la drammaturgia è inerte» dice il regista. Così si è lasciato andare al realismo onirico richiamandosi ai bardi scozzesi, alle leggende, al mondo ossianico. Ma è soprattutto un mondo dove il tempo è congelato, sospeso in un'atmosfera trasognata in cui il lago è una presenza ipnotica. Vedi questa cortina d' acqua che sale in verticale e si arrampica sulla parete, sembra una cartina geografica con i suoi contorni, un punto azzurro visto dal satellite. D'un tratto il lago si apre e si scorge il fondo, ed Elena è lì, tra le statue annegate di vecchi guerrieri.
Valerio Cappelli, Con Ronconi rivive «La donna del lago» , in «Corriere delle Sera», 13 agosto 2001

Ci voleva Ronconi per ripetere […] il miracolo di questo capolavoro rossiniano Ci voleva Ronconi per centrare l'atmosfera leggendaria di una vicenda ambientata in Scozia e per rendere Rossini più vicino al nostro modo di pensare, a certi procedimenti mentali che fanno parte integrante della nostra cultura, per trasformare di colpo, alla fine di tutto, un lago nebbioso immerso nelle brume nordiche in un castello stilizzato. […] Come scrisse Giacomo Leopardi al fratello dopo aver visto i due atti al Teatro Argentina in Roma (5 febbraio 1823), potremmo ripetere: «Potrei piangere ancor io, se il dono delle lacrime non mi fosse stato sospeso.
Piero Ferrari, Un «Rossini da fiaba» con la firma di Ronconi , in «Giornale di Vicenza», 14 agosto 2001

Bellissima la soluzione scenica di Luca Ronconi: il lago è una parete crespata, azzurro-grigia, che chiude al proscenio il grande spazio del Palasport, e, cantando come in sogno, Elena slitta diagonalmente, dall'alto in basso, in una culla di fronde. Il lago scozzese presta a tutta l'opera il suo colorito sfumato: la partitura echeggia di lontani suoni di corni, liquidi gorgoglìi di clarinetti sotto le voci, e sfuma sovente in una strumentazione che avvolge i personaggi come una bruma. Ma, ecco la novità, questo naturalismo, nell'idea di Ronconi e della scenografa Margherita Palli, ha un che di selvaggio; la parete del lago si spacca e, aprendosi, lascia apparire rocce cupe e desolate colline erbose, oppure statue gigantesche, e stalattiti viste dall'alto in basso, per mostrare gli intemi. La scelta è interessantissima, perché siamo abituati a identificare la natura della "Donna del lago" con un paesaggio morbido e rassicurante, ingenuo e carezzevole; ma, a ben guardare, non è cosi.
Paolo Gallarati, Una travolgente «Donna del lago» , in «La Stampa», 14 agosto 2001

L'astronave rossiniana viaggia che è una meraviglia. Quella pilotata da Ronconi si è magistralmente fermata a contemplare dall'alto un lago della Scozia, punto d'incontro di un'umanità dilaniata da guerre, pronta però a superare l'orrido e a riconquistare il tenero, umano paesaggio della pace e dell'amore. […] L'orrido della natura è anche, secondo Ronconi, l'orridò della lotta fraticida, che i ribelli nei dintorni di un lago conducono contro il re di Scozia. […] Luca Ronconi ha stupendamente movimentato il paesaggio nella gamma dell'orrido alla quiete della natura e dell'animo umano.
Erasmo Valente, Ronconi nel lago di Rossini svela l'orrore dell'umanità , in «L'Unità», 14 agosto 2001

Da questi boschi dove Giacomo V va a caccia di cervi (e di fanciulle) non escono più ninfee e pastori ma amanti e guerrieri. E non importa che poi per dirsi le cose aspettino il loro turno per ripeter le stesse note di chi ha parlato prima intrattenendosi sui do acuti. […] Luca Ronconi ama pochissimo questi scozzesi che con la complicità del costumista Carlo Diappi ne fa dei pitecantropi orribili, gonfi di polpaccioni e pettorali di gomma, stretti da stracci luridi […]. Anche Margherita Palli non esita a aprire il bel quadro montano facendo emergere una reggia tugurio, anche un po' franata.
Michelangelo Zurletti, Quei guerrieri bellicosi innamorati del bel canto , in «La Repubblica», 15 agosto 2001

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