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Luca Ronconi
 
Medea

(a. Euripide)
(sc. Francesco Calcagnini)
(c. Jacques Reynaud)


luci: Sergio Rossi

con ( in ordine alfabetico ): Massimiliano Alocco, Paola Bigatto, Franco Branciaroli, Benedetta Cesqui, Leonardo De Carmine, Barbara Gai Barbieri, Melania Giglio, Tommaso Gobbi, Silvia lannazzo, Valentina Martino Ghiglia, Evelina Meghnagi, Silvana Morandi, Irene Noce, Elisabetta Piccolomini, Angelo Pireddu, Jacopo Scappin, Marco Toloni, Alfonso Veneroso


Bergamo, Teatro Donizetti
13/12/1996



Leggi una selezione della
rassegna stampa


dal "Patalogo 20" (Ubulibri, Milano, 1997)
per gentile concessione della
Associazione Ubu per Franco Quadri

Sono anch'io un donnone, vestito con uno di quegli abiti che si vedevano nelle foto delle nonne al cimitero, neri, con dei piccoli fiorellini chiari, allacciati fino al collo. Mi metteranno un golf aperto, sopra, a nascondere il punto vita, quello più critico... E poi scarpette col tacco grosso, serie. I capelli? Allungheranno i miei, in una pettinatura un po' piena sopra le orecchie. Ma sarà tutto leggero, anche il trucco... Un po' di imbarazzo, per questa prima volta da donna? Ma no, anche se mi chiedo come sarà l'impressione che farò in scena, un po' di emozione per il vestitino ce l'ho... In realtà sono molto felice, faccio delle cose che di solito non è permesso fare. Ma io non interpreto una donna, sono nei panni di un uomo che recita una parte femminile, è molto diverso. Non è come se facessi la Signora delle Camelie, un attore che per stravaganza sta facendo una parte di un'attrice, la verità è che quella parte è sempre stata fatta da un attore. Mettiamoci nei panni del pubblico greco: andavano a teatro, e sapevano che tutti i ruoli erano interpretati da uomini, anche quelli delle donne. Così venivano fuori le battute antifemministe di Euripide del tipo 'non sono un guaio, ma donna sì', oppure 'noi donne siamo incapaci di far del bene, ma espertissime in ogni genere di male.' [...] Medea è un mito: rappresenta la ferocia della forza distruttrice. Rimettiamoci nei panni del pubblico greco: vedendo la tragedia, saprà che arriverà ad Atene una forza che si accanisce sulle nuove generazioni, i suoi figli: 'Medea dallo sguardo di toro', come viene definita all'inizio. Lei è una smisurata, dotata di un potere sinistro. Che usa la femminilità come maschera, per commettere una serie mostruosa di delitti: non è un caso che la prima a cadere sia una donna, la regina, la nuova sposa di Giasone: altro che femminismo!
Franco Branciaroli (intervista a cura di Donatella Borghesi, Marie-Claire - novembre 1996)

Ma allora, ci domandiamo noi, perché Medea fa la femminista?

La risposta è semplice: perché a lei serve avere dalla propria parte il coro. Da qui il rapporto falso. La femminilità per lei è una maschera, è il mezzo per accattivarsi le donne greche.
Franco Branciaroli (intervista a cura di Osvaldo Guerrieri, La Stampa - 30 luglio 1996)



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