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Luca Ronconi
 
I vespri siciliani

(a. Giuseppe Verdi)
(sc. Pasquale Grossi)
(c. Pasquale Grossi)

Libretto: E. Scribe e C. Duveyrier
Concertatore e direttore d'orchestra: Riccardo Chailly
Direttore del coro: Fulvio Angius
Orchestra e coro del Teatro Comunale di Bologna

Personaggi - interpreti:
Guido di Monforte - Leo Nucci
Arrigo - Veriano Luchetti
Giovanni da Procida - Bonaldo Giaiotti
Elena - Susan Dunn
Bethune - Gianfranco Casarini
Vaudemont - Sergio Fontana
Tebaldo - Bruno Lazzaretti
Roberto - Giuseppe Morresi
Ninetta - Anna Caterina Antonacci
Danieli - Sergio Bertocchi
Manfredo - Walter Brighi

Allestimento del Teatro Comunale di Bologna


Bologna, Teatro Comunale
09/02/1986


Il sipario riproduce, grande quanto tutta l'apertura del boccascena, l'immagine dei Vespri siciliani di Francesco Hayez, quadro che si trova alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Ogni volta che si alza, tra gli ampi tendaggi dipinti con scene che paiono illustrare la vicenda che vediamo svolgersi sulla scena, compaiono ora boschi di palme, ora nodosi ulivi su uno spiazzo roccioso da cui spuntano fichidindia e altre piante, ora le grandi masse rocciose delle Latomie. […] Le prospettive mutano e mutano i luoghi, o il senso che i luoghi acquistano nell'azione. […] C'è tuttavia un contrasto tra quei drappeggi dipinti che sgualciscono immagini d'un medioevo ottocentesco e il realismo illusionistico dei giardini, di quell'esplodere mediterraneo di palme, cardi, fichidindia, ulivi e ginestre. […] Le tende sono pesantemente finte, fanno teatro, teatraccio di pupi o di burattini, i giardini invece sono spudoratamente veri, il boschetto di aranci all' ultimo atto pareva così vero che veniva la tentazione di allungare una mano e cogliere qualche frutto. Incorniciando tanta verità, le tende la fanno diventare finta: e tutto appare così mescolato, rispecchiato, confuso in una comune finzione teatrale. Ma questa finzione non riproduce alcuna verità, affastella anzi luoghi comuni della retorica teatrale romantica: il patriota, il padre tiranno, la donna sola che combatte contro il tirtanno e la sorte che la fa innamorare del figlio del tiranno. Luca Ronconi e Pasquale Grossi, su tutta questa macchina di convenzionali emozioni, hanno steso l'ironia di quelle tende-sipario che si spalancano sulla finzione di giardini che sembrano veri.
Dino Villatico, Fra ulivi e fichidindia il trionfo dei 'vespri' , in «La Repubblica», 8 febbraio 1986

In un'opera di questo genere, nata nella dimensione parigina, non sono minori le difficoltà dell'allestimento. Ronconi e lo scenografo Pasquale Grossi le hanno superate in modo eccellente cogliendo il difficile rapporto tra la sontuosità del grand operà, il racconto popolare e il dramma intimo dei personaggi. Ronconi e Grossi trovano il punto di contatto nella iconografia ottocentesca. […] E' il mondo verdiano che avvolge il racconto, tra le cornici del teatro francese, le lussureggianti verzure, le palme, gli aranci e il cielo infuocato di una Sicilia ad un tempo mitica e reale. […] Ronconi muove queste immagini, le taglia chiudendo e aprendo scorci e visioni, guidando l'occhio dove il dramma si annoda.
Rubens Tedeschi, E al Vespro vinse Verdi , in «L'Unità», 8 febbraio 1986.

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