home | teatro | lirica | scuola | biografia | cerca

Luca Ronconi
 
Don Giovanni

(a. Wolfgang A. Mozart)
(sc. Margherita Palli)
(c. Vera Marzot)

Libretto: Lorenzo da Ponte
Maestro concertatore e direttore: Riccardo Chailly

Personaggi - interpreti:
Don Giovanni: Ruggero Raimondi
II Commendatore: Andrea Silvestrelli
Donna Anna: Jane Eaglen
Don Ottavio: Rockwell Blake / William Matteuzzi
Donna Elvira: Daniela Dessì
Leporello: Alessandro Corbelli
Masetto: Giovanni Furlanetto
Zerlina: Adelina Scarabelli

Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

Allestimento del Teatro Comunale di Bologna in coproduzione col Teatro dell'Opera di Roma


Bologna, Teatro Comunale
27/11/1990


L'impostazione scenica [...] tronca di colpo tutte le discussioni sulla seduzione della mente attuata da Don Giovanni e mostra apertamente la seduzione del corpo. Don Giovanni è un grande teatro di seduzione, anzi l'esibizionismo della seduzione: per questo dal siparietto teatralissimo al teatro della casa di Don Giovanni si insiste molto sulla teatralità della seduzione, di cui il protagonista è autore e regista assoluto. La recitazione naturalmente segue il passo. C' è odor di lenzuola in ogni scena, e anzi le signore arrivano sui loro letti come oggetti incorporati: Donn'Anna in un lettone sfatto dal quale emerge anche Don Giovanni […] Donna Elvira in un lettino più snello e portabile, che la segue per le strade. Zerlina, contadina, può disporre di fienili e balle di paglia accuratamente preparati ma è disponibile, senza tante storie o progetti, anche in piedi, contro un muro o un pilastro, perfino su una scaletta a pioli. E, quanto al protagonista, egli non ha un suo letto ma aspira, e lo otterrà alla fine, a un sontuoso letto tombale (giaciglio, mensa, altare, fossa e monumento tutto insieme). L' aria del catalogo diventa così il pretesto per una processione di letti enormi, disfatti e ormai vuoti issati su macchine che avanzano e s'incastrano in bellissima composizione scenografica. Il tutto in prospettive fortemente oblique, immerso in spazi enormi scanditi da teorie di pilastri con pochi muri, contemporaneamente aperti e chiusi, minacciosi e freddi.
Michelangelo Zurletti, Fischi e letti sfatti , in «La Repubblica», 29 novembre 1990

Il simbolo principale dell'eros di Don Giovanni è il letto. […] Aria del catalogo: mentre Leporello enumera lae conquista del padrone, compaiono uno dopo l'altro sette enormi letti a catafalco, come torri mozze o monumenti funebri, da cui rigurgitano affastellati cuscini, drappeggi di lenzuola candide sul fondo grigio della scena […] La scena di Margherita Palli è molto bella […] ma questo delirio arredatorio distrae terribilmente dalla musica e dalla percezione del dramma. […] Si scontrano, insomma, in questo spettacolo due forze opposte: da un lato quella centrifuga della regia che supera e rinnega continuamente il dato realistico per mettere in luce i possibili soprasensi; dall'altro quella di Da Ponte e Mozart che giungono invece al simbolo, fissando con allucinante chiarezza la realtà quotidiana dove la statua irrompe con la sua sconvolgente potenza metafisica.
Paolo Gallarati, Un delirio di letti , in «La Stampa», 29 novembre 1990

E' andato in scena ieri sera a Bologna l'atteso Don Giovanni di Mozart, che ha inaugurato la stagione d'opera del teatro Comunale. Molti e significativi i motivi di interesse per questa nuova produzione che mette insieme il primo incontro mozartiano di Riccardo Chally, la inconsueta regia di Luca Ronconi e la presenza di Ruggero Raimondi che torna in Italia con il suo ruolo più acclamato. […] Ha collaborato con Luca Ronconi per la scenografia Margherita Palli. «Siamo partiti da una prospettiva del Bibiena – racconta la Palli – e da quella è nato lo spazio popolato di letti in cui Don Giovanni seduce le sue donne, il doppio teatro in cui signori e contadini si ritrovano alla festa e la navata finale della chiesa per l'ultimo banchetto».
Valeria Vicari, E seduzione fu , in «Il Resto del Carlino», 28 novembre 1990

Il ricorso puntuale ad una sorpresa «scenografica» continua […] tramata d'oggetti […] come ai letti vagabondi e turbolenti di un rivoluzionario Don Giovanni bolognese. […] Quell'originalissimo scavalcare il muro del cimitero, andando a provocare il Commendatore nel suo stesso territorio. Secondo documentata lettura di Tirso de Molina. E quell'increspata tempesta di letti ondeggianti, ove ognuno cantava la propria aria in bilico, come bambini-studenti scatenati, in un auto-scooter improvvisato e nomade, che era comunque geniale. Perché mutava prospettiva da cui guardare le cose, era come una rotazione a sorpresa delle previsioni, sonnolente, di regia: un ribaltamento logico e formale della tradizione. Anche l'aria impacciata e spesso stolida di don Ottavio (che richiede più un podio – magari morbido ed inaffidabile, come quel materasso – che non una trafficata piattaforma drammaturgica, da opera seria) assumeva un altro valore, significante: «smascherato».
Marco Vallora, Un maestro all'opera , in «VeneziaMusica e dintorni», IX, marzo/aprile 2012, n. 45

Leggi la rassegna stampa



Torna alla pagina iniziale.
 
 

 
copyright Centro Teatrale Santa Cristina/ateatro 2012