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ISSN 2279-9184

ateatro 55.54
 
Le recensioni di "ateatro": Apparizioni
di Alfonso Santagata
di Oliviero Ponte di Pino
 

Da anni Alfonso Santagata esplora la tragedia greca (così come il suo ex socio Claudio Morganti sta lavorando su Shakespeare). Nel suo teatro d’attore il presupposto è che le passioni estreme evocate da Eschilo, Sofocle ed Euripide, nella loro esplosiva potenza, possano fornire un trampolino ottimale per il lavoro dell’attore. E se teniamo presente che per Santagata il lavoro sull’attore presuppone per prima cosa uno scavo, un assottigliamento fino al nucleo centrale dell’ossessione - e dunque della verità - del personaggio, i grandi eroi tragici, ridotti ai loro sentimenti elementari di amore e tradimento, vendetta e follia, rappresentano un perfetto trampolino di lancio. Allo stesso tempo quelle tragedie familiari possano far risuonare degli echi dell’attualità e della attuale cronaca nera.
Con alcuni spettacoli itineranti - come questo Apparizioni, liberamente ispirato al ciclo degli Atridi e riallestito in diverse manifestazioni estive, come Da vicino nessuno è normale all’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano - questa ricerca di verità ed essenzialità, più che esplorata nel lavoro d’attore, viene proiettata sul pubblico, in uno spettacolo-esperienza che si snoda nelle oscurità della notte. Il ciclo eschileo è ridotto ad alcuni frammenti che gli spettatori colgono nel corso di uno itinerario che è insieme la scoperta di uno spazio di cui enfatizzare le qualità evocative (come per esempio l’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini a Milano). Sono brevi flash che nell’arco di un’ora condensano una mezza dozzina di situazioni, o meglio i punti forti della tragedia: in sostanza, dopo un prologo affidato a un indovino-profeta che ammonisce il pubblico sulla natura degli dei, l’omicidio rusticano di Agamennone, la danza profetica (ma di maniera) di Cassandra, il matricidio da parte di Oreste ed Elettra, e l’ultimo saluto dei due fratelli, portavoce di un nuovo ordine certamente diverso dal precedente ma non per questo migliore.



L’operazione implica una serie di radicali semplificazioni: ogni sviluppo psicologico resta escluso, a favore di apparizione che hanno il fascino del mistero; la riflessione politico-filosofica si riduce a qualche accenno all’attualità. La comunicazione che passa dunque più per allusioni che per analisi, più per immagini che per emozioni: abbaglia sull’immediato con le sue suggestioni, poi lascia un senso di incompiutezza e infine continua a lavorare nel profondo, nel corso del tempo.

Apparizioni
ideazione e regia Alfonso Santagata
con Rossana Gay, Johnny Lodi, Francesco Pennacchia, Massimiliano Poli
Milano, «Da vicino nessuno è normale», all’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano


 
 
 
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