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ISSN 2279-9184

ateatro 144.57
12/7/2013 
Un brush per celebrare Pina Bausch
Il Wuppertal Tanztheater a Bari con Sweet Mambo
di Vincenza Di Vita
 



Andrey Berezin, Julie Shanahan, Michael Strecker - ph Cofano.

Sweet Mambo è stato presentato al Petruzzelli di Bari, con la produzione di Andres Neumann International, gli appuntamenti con il Wuppertal Tanztheater sono proseguiti al San Carlo di Napoli, per le date italiane estive della compagnia di Pina Bausch che quest’anno celebra i quarant’anni dalla sua fondazione. Eleganza e dolcezza, la raffinatezza dell’impossibilità del comunicabile unitamente all’iterazione del gesto generano nuvole di luce sull’azione che si annulla. La ricerca di un contatto viene resa attraverso un dissociarsi mutevole, la voce del corpo si dissolve nella musica e il silenzio anima il movimento. Costumi volanti, angeli colorati su ali simulate che divengono braccia che nuotano e poi acqua, secchiate d’acqua, come per citare Palermo, Palermo... Stavolta però alla povertà si ricorre con un rimedio fatto di brindisi in suntuosi abiti da festa, pronunciando un collettivo brush, facendo risuonare coppe di champagne colme. A più di vent’anni dal crollo di un muro inconsapevolmente metaforico, i detriti del tempo divengono un’esigenza per celebrare la fondatrice del Tanztheater Wuppertal, così chiamato da Pina Bausch nel 1973, anno in cui con la neocompagnia diede vita a Fritz, con il contributo coreografico del maestro Jooss e di Agnès de Mille; poco dopo nello stesso anno nascerà il progetto della Iphigenie auf Tauris con le musiche di Gluck.



Daphnis Kokkinos, Regina Advento, Aida Vainieri, Julie Anne Stanzak - ph Cofano.

Le donne e ballerine e attrici della compagnia di Wuppertal sono colorate, comiche, intelligenti, ritratte attraverso la loro apparizione da veli bianchi in trasparenza su un fondale che è figura o meglio visione, in realtà, di porte ovvero aperture soffici mosse dal vento o dai ballerini quasi a volere emulare l’apertura di sessi femminili al tocco di corpi.
Dai capelli si viene trascinate e da più uomini. Ancora una volta l’esperienza non sembra insegnare a difendersi, a quanto pare. Appare come un monito o un richiamo la presentazione di una fune che cinge, anche se questa volta a dirigere i movimenti sono corpi e non più l’inorganica sembianza di una corda stretta alla vita. La violenza di un temporale diventa espressione figurata della violenza umana e blocca la corsa disperata verso la chiamata all’amore di un’amica, un’unica presunta salvezza erotica che viene però vanificata: così strattonato, il corpo della performer precipita giù dal palco in una cieca corsa sfrenata. L’urlo diviene silenzio. Le sensuali note di Adamson e l’accattivante atipico di Mina Agossi conducono gli astanti nel sospeso mondo di una liricità incredibile, ricercata. Inconfondibile, Here and After dei Portishead con la carezzevole voce di Beth Gibbons riconduce alle visioni di Wim Wenders, autore di un altro celebre tributo alla Bausch. ll silenzio è finalmente protagonista anche quando venga spezzato da urla amplificate al microfono dalla parrucca bionda di Cristiana Morganti e dalla sua energica performance o dalla eccezionale sweetness di Regina Advento, che apre questo incantevole spettacolo animando sussurri da una campana tibetana.



Julie Anne Stanzak, Daphnis Kokkinos - ph Cofano.

Der Blaufuchs del 1938, protagonista la bellissima Zarah Leander, anima il fondale con intriganti giochi animati da performer bambine, ricchissime di pregnante sensualità. Ma la più suggestiva tra le proiezioni che animano il bianco fondale di veli da sposa sono foglie di pioggia su sassolini che scuotono e accompagnano le movenze, contagiando anche i corpi. La stessa immagine viene proiettata sui corpi dalle foglie che riverberano vita sui cerchi che i passi sottendono, ondeggiando soffi come di tepore di onde umane sudate e cariche di vitalità per lo sforzo del passo o dei passi plurimi che si fondono tra loro in un simulacro umano che respira.

 

 
 
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