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ISSN 2279-9184

ateatro 139.61
12/6/2012 
Sporcarsi le mani
L'intervento al convegno Intellettuale e teatrante: Giorgio Guazzotti 10 anni dopo
di Franco Ferrari
 

L'intervento al convegno Intellettuale e teatrante: Giorgio Guazzotti 10 anni dopo a cura di Franco Ferrari e Mimma Gallina, Milano, Scuola Teatro Paolo Grassi di Milano, 7 giugno 2012.


GG, figura emblematica e influente di intellettuale-teatrante, è scomparso nell'ospedale Valduce di Como il 24 giugno 2002. Era nato ad Alessandria nel 1928. Mentre è ancora studente liceale partecipa alla Resistenza nella 107a Brigata Garibaldi. Dopo la guerra si trasferisce a Torino. La sua vita sarà nomade, scandita da case grandi e ben arredate, a Bologna, Milano, Firenze, Moncalieri (TO) e infine a Grandate (Como).
La sua prima attività è il giornalismo; nel '47 entra nella redazione dell'edizione piemontese de "L'unità", dove diventa titolare della critica teatrale succedendo a Italo Calvino. E' attivo promotore della nascita di un Teatro Stabile torinese. Dal '59 al '62 dirige la sezione spettacolo e l'ufficio stampa della Editrice Cappelli di Bologna. In questa veste cura, insieme a Paolo Grassi, la celebre collana "Documenti di teatro". Con Grassi, e quindi con il Piccolo Teatro, Guazzotti comincia una appassionata e inquieta collaborazione. Nel '62/'63 fonda, dirige e lascia il Teatro Stabile di Bologna. Nel '65 pubblica presso Einaudi "Teoria e realtà del Piccolo Teatro di Milano", il suo saggio più importante e più citato. Continua il rapporto con il Piccolo, ma in modo autonomo. Infatti, nella seconda metà dei Sessanta, dirige l'Ente manifestazioni Torinesi, è responsabile dei servizi culturali dello Stabile di Genova, lavora per conto dell'EPT di Milano.
Fra il 1970 e il 1984 svolge l'attività che, insieme alla sua fondamentale opera di saggista e di teorico, lo colloca nella storia dell'organizzazione teatrale italiana, non dimenticando la sua sistematica cura della formazione. Dal 1968, e fino agli ultimi anni, è docente di organizzazione teatrale presso la Civica Scuola d'Arte Drammatica di Milano (poi "Paolo Grassi"); non smetterà mai di fare corsi, seminari, conferenze, e seminerà allievi numerosi e capaci.
Nel '70 partecipa alla fondazione della compagnia "Il Gruppo della Rocca", fra i principali soggetti del movimento cooperativistico, e ne diviene l'anima organizzativa. In questa veste guiderà l'Unat Cooperative in seno all'Agis. La sua attenzione per il Gruppo non si interromperà mai. Negli anni della Rocca dà un insostituibile apporto al decentramento territoriale in Emilia, in Lombardia, nelle Marche, portandolo a formale compimento con la costituzione del Teatro Regionale Toscano. Il 27 gennaio 1977 è nominato direttore organizzativo e amministrativo dello Stabile di Torino, affiancando il direttore artistico Mario Missiroli: un punto d'arrivo, nella città più "sua". Anche qui è instancabile sul territorio: è tra i fondatori del festival AstiTeatro e fa decollare il neoedificato Teatro Comunale di Alessandria. La conclusione amara dell'esperienza torinese lo getta in un disincanto, se non in una vera depressione, che per taluni aspetti sarà irreversibile.
Apre a Firenze la società Consulenze teatrali, un centro di servizi organizzativi che terrà fino all'aggravarsi della malattia, dedicandosi soprattutto a compagnie indipendenti, fra cui la Mauri-Sturno e Arca Azzurra. Continua le docenze. La sua ultima presenza nazionale è come presidente dell'Unat Privati.
L'approccio di GG al teatro fu da intellettuale, e questo lo caratterizzò. Tutti i suoi interlocutori lo considerarono un "cervello fino", per quella sua capacità di inserire anche la prassi quotidiana in un contesto teoretico, in un progetto organico, oggi diremmo in una vision sistemica. Ma la sua adesione alla realtà operativa fu totale. La sua decisione di "sporcarsi le mani" immergendole nelle contraddizioni e nelle difficoltà del palcoscenico, abbandonando l'osservatorio protetto del critico e dello studioso, che pure gli rimase connaturato, fu netta e conseguente.

 

 
 
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