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ISSN 2279-9184

ateatro 138.50
6/12/2011 
BP2012 Materiali Per un teatro delle differenze
Un manifesto
di annalisa bianco, roberto caccavo, piero chierici, barbara petrucci, laura cupisti, francesca sanità, enrico falaschi...
 

Per i firmatari di questo manifesto il teatro è una necessità di azione artistica, una urgenza di sovversione poetica, una situazione politica di bisogno, di fame, sete, desiderio. Gli adolescenti, i matti, gli anziani, i disabili, gli stranieri con i quali abbiamo stretto rapporto di amore e creazione artistica sono testimoni, protagonisti e spettatori delle nostre opere e dei processi di lavoro che le determinano.
Noi condividiamo contesti e condizioni di ricerca precarie, talvolta impossibili, in una dimensione di militanza artistica, di comunità politica e sociale. Sono tempi di grande fragilità e cambiamento Solo la nostra diversità è una traccia vitale che, ogni giorno, può combattere il grande nulla che cerca di risucchiarci nel vuoto. L’azione di un singolo, o di un piccolo gruppo di artisti, può avere ripercussioni universali: i maestri l’hanno sempre saputo che ogni particella, anche la più irregolare, include e trasforma la totalità delle cose.
Le narrazioni degli esclusi, le testimonianze del difforme, sfidano oggi il pensiero unico e l’economia globale. Siamo nell’era in cui l’arte, la filosofia e le scienze cercano di uscire dai confini morenti del capitalismo, trovare un nuovo denominatore politico e una nuova forma di umanesimo. L’alterità, la differenza, il margine, l’anomalia sono i valori del nostro tempo.
Il teatro è l’atto in cui si determina un rapporto di presenza, intimo, sacro, diretto alla difformità dell’altro: è lo spazio prodigioso di una relazione trasformativa che coinvolge, in pari misura, attori e spettatori.
Il teatro delle differenze è un atto politico che nasce dai bisogni materiali e spirituali delle nostre coscienze.
Il teatro delle differenze è un’etica artistica dell’esistenza, un atto pericoloso e nutritivo, una forma per esporsi, per assumere una nuova cittadinanza.
Il teatro delle differenze è dare parola a chi non ce l’ha, amare il rischio, avere la responsabilità dell’azione comune.
La finzione è un’azione vuota, disonesta.
Il pensiero è visione, la forma è il contenuto, l’attore e lo spettatore sono due entità intercambiabili.

IL SENSO - collaborare invece che competere; pari dignità tra ascolto e creazione, tra rappresentazione e atto performativo, indipendenza della ricerca artistica; valorizzazione delle identità artigianali; cultura del processo, intreccio relazionale tra la scena e la platea, sospensione del principio di finzione, il metodo del laboratorio e della cooperazione progettuale; la scrittura scenica, come linguaggio estetico e come modalità politico culturale…
GLI AMBITI - i versanti dell’alterità, della differenza, della marginalità sociale e comportamentale, del disagio, del rapporto intergenerazionale e dell’infanzia come aree di ascolto, di creazione politica, artistica e progettuale…
LA POLITICA - il teatro come bene comune, la permanenza territoriale, il rifiuto dell’effimero, forme di autogoverno del sistema; la tutela degli spazi culturali pubblici; un codice etico e regole di moralità professionale Noi non facciamo della nostra arte non un'esibizione di capacità e tecniche acquisite o di narcisismi intellettuali, ma una affermazione potente e irreversibile del senso, delle forme e dei modi del nostro stare al mondo.

IL TEATRO DELLE DIFFERENZE E’ LA NECESSITA’ DI COMPIERE UN ATTO DI AMORE POLITICO
IL TEATRO DELLE DIFFERENZE E’ QUELLO SPAZIO CHE RIESCE A DARE PAROLA E AZIONE A CHI NON CE L’HA L’ARTE E’ L’ULTIMO SPAZIO DI LIBERTA’ CHE COSTRUISCE UTOPIE, CREA MONDI IMMAGINARI
IL TEATRO E’ UNA RELAZIONE LIBERA TRA NON ATTORI E NON SPETTATORI
SIAMO TUTTI DIVERSI… NUTRIAMO LE NOSTRE DIFFERENZE

annalisa bianco (egum teatro siena) roberto caccavo (arteriosa prato) piero chierici e barbara petrucci (diesis teatrango bucine arezzo) laura cupisti e francesca sanità (agatà scandicci) enrico falaschi (teatrino dei fondi di san domenico) alessandro fantechi (isole comprese) stefano filippi e valentina grigò (teatro ferramenta) alessandro garzella e fabrizio cassanelli (sipario toscana cascina san giuliano terme) serena gatti (azul teatro calci) satyamo hernandez (aedo garfagnana) maurizio lupinelli (nerval teatro castiglioncello) marta mantovani e marco caboni ( la lut siena) chiara pistoia (adarte san giuliano) francesca pompeo (teatro del montevaso san giuliano) nicola zavagli e beatrice visibelli (teatri d'imbarco firenze)

 

 
 
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