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ISSN 2279-9184

ateatro 120.2
2/15/2009 
Scivolando verso una dittatura col lifting
La proposta di un appello in difesa della Costituzione (e non solo) da leggere prima delle rappresentazioni
di Andrea Balzola
 

SOTTOSCRIVIAMO (con libere aggiunte e modifiche) E LEGGIAMO NEI TEATRI PRIMA DELLE RAPPRESENTAZIONI UN APPELLO DEL MONDO DEL TEATRO IN DIFESA DELLA DEMOCRAZIA E DELLA SOLIDARIETA’ SOCIALE

Cari amici, vorrei scrivere e riflettere ancora sul teatro, ma la mia mente scivola inesorabilmente verso l’ombra sempre più spessa ed estesa che si sta formando sulla nostra democrazia. A questo punto credo sia necessario spostarsi dalla realtà (triste) del teatro italiano al teatro (inquietante) della realtà e qui mettere in scena una vigilanza e una ferma disobbedienza democratiche. Prima che sia tardi.
I media fanno il loro solito lavoro, conforme alle volontà dei regnanti, enfatizzando un caso drammatico – come quello Englaro – emblematico e straziante, ma comunque isolato rispetto alla gravità e all’urgenza di migliaia di altri casi. Ad esempio ogni inverno muoiono nelle città decine di senza tetto per il freddo, non è forse quella una forma di eutanasia sociale e – per usare le parole del nostro premier – una “condanna a morte”, della povertà? e le continue morti sul lavoro per insufficienti condizioni di sicurezza che il governo vuole ulteriormente ridurre perché “costano” troppo gali imprenditori? Però queste morti occupano poche righe e restano sui giornali per un giorno, gli stupri se avvengono in famiglia come la maggioranza dei casi restano silenti, se invece sono gli extracomunitari a commetterli dilagano nel tempo e nello spazio, così nutrono il sentimento xenofobo di cui si avvale il governo più antiumanitario della comunità europea per approvare una legge infame e rischiosissima per la salute collettiva: l’obbligo di delazione per i medici pubblici. Nel frattempo passano a tambur battente le leggi che riportano il sistema scolastico indietro di vent’anni (il maestro unico) o smontano tassello dopo tassello il sistema giudiziario del paese, ad es. pochissimo dibattito si è creato intorno alla norma che abolisce la possibilità di appello dopo una prima sentenza di assoluzione, in effetti se questa norma fosse sempre esistita avremmo potuto evitare tutta la penosa storia dei processi sulle grandi stragi (da Piazza Fontana in poi), sarebbero state insabbiate subito, se ancora adesso non abbiamo una verità ufficiale abbiamo almeno molte verità emerse dalle indagini ripetute negli anni, con questa nuova norma un criminale, un mafioso o un politico corrotto devono cercare di impegnarsi al massimo per difendersi in prima istanza, poi sono a posto, il fatto che emergano nuove prove contro di loro – come quasi sempre accade nel tempo – non ha più importanza, loro sono al riparo. Con il lodo Alfano-Schifani le massime cariche dello stato possono anche strangolare la moglie o sodomizzare un neonato in diretta tv perché comunque non sono perseguibili per legge. Passano inosservate o quasi proposte di leggi che ci spingono verso il “negazionismo storico” come la proposta di remunerare con pensione i reduci della “Repubblica sociale di Salò”, efferati complici delle vendette naziste contro gli italiani - e gli ebrei - che cercavano di uscire dal tunnel infernale creato dal “grande statista” – come dice ancora il nostro premier – Mussolini. Oppure, che il provvedimento già approvato dal Senato (questa volta l’autore è un senatore “moderato” UDC, D'Alia, che ha proposto l'emendamento risolutivo): se, in futuro, un blogger dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Di leggi ingiuste ne sfornano una al giorno. C'è solo l'imbarazzo della scelta. La legge D'Alia può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque questo si trovi, anche se all'estero. Una legge che piacerebbe al regime cinese, evidentemente non ci basta subire i ricatti dei dittatori cinesi evitando di ricevere, come hanno fatto invece nel resto d’Europa, un religioso non violento come il Dalai Lama, ma adesso cerchiamo anche di imitarne i “modelli di controllo”. L’elenco potrebbe continuare perché, al contrario del litigioso governo di centro-sinistra, questo governo, fatto soltanto di yes-men (chi stona sparisce rapidamente nell’oblio delle cariche e dei media), è straordinariamente efficiente nello smontare in modo rapido e sistematico la nostra democrazia, come si è visto in questi giorni, con la scusa del caso Englaro, si è giunti a mettere in discussione e scavalcare le prerogative – già piuttosto limitate – della Presidenza della Repubblica come garante della Costituzione e ad affermare che la Costituzione italiana è stata fatta dai filosovietici (De Gasperi ed Einaudi sarebbero tra questi) e quindi va ovviamente rivista a uso e consumo del nostro premier, un nuovo “grande statista” che vive ormai un delirio d’onnipotenza di cui la maggioranza degli italiani è però purtroppo complice, così come lo era stata poco più di mezzo secolo fa (la storia si ripete perché la memoria degli uomini è corta). Almeno noi – minoranza teatrante - che siamo abituati alle maschere del teatro, stiamo attenti a non farci ingannare dal lifting mediatico che copre una deriva autoritaria con argini mai così deboli – mai l’opposizione italiana è stata così debole, disunita, senza grinta e senza idee – e cerchiamo di compattarci, non solo per difendere la nostra sopravvivenza economica e culturale, ma per essere – come è stato già molte volte nella storia – un argine creativo in difesa della democrazia, della giustizia e della libertà. E cerchiamo di farlo, almeno nell’ambito della cultura e delle arti, in modo unitario, privilegiando l’”emergenza democrazia” rispetto alle diverse sfumature del pensiero e degli schieramenti ideologici, sconfiggendo il senso di rassegnazione e d’inerzia che ci ha pervaso un po’ tutti negli ultimi anni.

UNA PRIMA INIZIATIVA CONCRETA CHE NOI PROPONIAMO E’ QUELLA DI CREARE UN BREVE DOCUMENTO UNITARIO (NOI REDAZIONE DI ATEATRO PROPONIAMO UNA PRIMA BOZZA CHE PUO’ ESSERE LIBERAMENTE INTEGRATA E MODIFICATA), CHE DOVREBBE CIRCOLARE IN RETE E FUORI, SOTTOSCRITTO DA PIÙ PERSONE POSSIBILI, TRA PROFESSIONISTI DEL TEATRO, CRITICI E SEMPLICI SPETTATORI, DA LEGGERE PRIMA DI TUTTE LE RAPPRESENTAZIONI TEATRALI CHE SI SVOLGONO IN ITALIA

Prima che sia troppo tardi!!!

BOZZA DI DOCUMENTO

IL TEATRO IN DIFESA DELLA DEMOCRAZIA E DELLA SOLIDARIETA’ SOCIALE

Quando un governo, sia pure regolarmente eletto, rispecchia la volontà di una sola voce, quella di un premier che ha colossali conflitti d’interesse, stigmatizzati in tutto il mondo, quando un governo diventa autoritario e minaccia i fondamenti della democrazia e della civile convivenza, come la costituzione, l’autonomia della magistratura, la libertà d’informazione e di dissenso, il diritto all’istruzione pubblica, i diritti umani elementari come l’assistenza sanitaria ai bisognosi, la comunità civile, il mondo della cultura e dell’arte devono reagire con prontezza e determinazione, in modo unitario, indipendentemente dagli schieramenti ideologici. La storia si ripete perché la memoria degli uomini è corta ed è sempre stata la debolezza e la mancanza di lungimiranza delle opposizioni che hanno favorito le svolte autoritarie. Noi minoranza teatrante, che siamo abituati alle maschere del teatro, non facciamoci ingannare dal lifting mediatico che copre una deriva autoritaria con argini mai così deboli e cerchiamo di compattarci e far sentire la nostra voce dentro e oltre le platee, non solo per difendere la nostra sopravvivenza economica e culturale, messa anch’essa a rischio da un governo che non ama l’arte e la cultura, ma per essere un argine creativo in difesa della democrazia, della giustizia e della libertà.

Se vuoi aderire al documento (e vedere chi ha aderito), vai sul forum di ateatro.


 
 
 
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