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ISSN 2279-9184

ateatro 0.1
 
Perché lo fai?
Una specie di editoriale
di Oliviero Ponte di Pino
 


Se conosci già il sito olivieropdp e le newsletter, ti sarai accorto che sto provando a fare qualcosi di nuovo, almeno per me.
ateatro è il frutto di una serie di riflessioni che riguardano il rapporto tra teatro e internet, e dunque lo sviluppo del mio sito, che finora era soprattutto un archivio. Nasce anche perché ho praticamente smesso di scrivere di teatro su quotidiani e settimanali (ma questo è di certo un problema mio, e forse dei giornali).
Insomma, non so se su internet abbia senso scrivere le classiche recensioni, con la loro oggettività e autorevolezza (più o meno fondate, più o meno garantite dalla prestigiosa testata). Mi sembra più interessante tentare (o riscoprire) altre modalità di comunicazione-informazione, che rispondano meglio alle caratteristiche della rete: un'interazione più personale e diretta, aperta al dialogo e al dibattito di idee; la rinuncia alla completezza critica, per privilegiare piuttosto uno o due temi di interesse, riflessione, discussione.
Non so se lo sia diventato, ma negli ultimi mesi ho cercato di trasformare olivieropdp da sito a comunità (o meglio, fare in modo che il sito potesse costituire un punto di riferimento per chi ama il teatro). Adesso provo la necessità di fare un passo ulteriore, senza prendere impegni impossibili e senza rubare spazio a chi già lavora ottimamente. ateatro non sarà una rivista (ce ne sono già), una bacheca (idem) o un newsgroup (idem), non sarà certo un calendario di spettacoli ed eventi (idem). Vuol essere un punto di vista da discutere.
Lo dico subito: una formula del genere per me presenta anche qualche svantaggio. Al di là dell'aspetto economico (ma anche prima gli introiti erano irrilevanti), al di là dell'impegno personale (dev'esserci una cadenza regolare e costante, e dunque mi richiede un notevole spreco di tempo ex-libero che non voglio rubare alla palestra), questo "genere" più vicino al diario che al saggio cambia inevitabilmente lo statuto dell'autore-spettatore e tende a metterlo un po' troppo in vetrina (x i miei gusti).
L'unico modo per evitare questa deriva solipsistica è che questo spazio venga usato come risorsa collettiva, che diventi un luogo d'incontro e di scambio - e non resti la classica cassetta della frutta in quel gigantesco Hyde Park Corner che è la rete.
Per il resto, le caratteristiche sono le stesse del sito: indipendenza assoluta (se nessuno mi paga, almeno faccio quello che mi pare e quando mi pare), gratuità per l'utente, tecnologia fai da te (cioè da me), semplicità grafica, velocità di scaricamento e stampabilità, lingua italiana, attenzione al nuovo e alla cultura, alla politica e all'economia del teatro.


 
 
 
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