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ISSN 2279-9184

ateatro 142.86
2/16/2013 
#bp2013 Il sipario s'alza a Sud
L’edizione 2013 di “Paradosso sull’Autore” alla Sala Laudamo di Messina, con una intervista a Dario Tomasello
di Vincenza Di Vita
 

“Il Sipario s’alza a sud”, recitava Renato Palazzi sul “Sole 24 Ore” il 3 dicembre del 2006, identificando nella compagnia messinese Scimone-Sframeli, Emma Dante, Enzo Moscato e in altri drammaturghi del centro e del sud Italia una riconoscibile “vitalità espressiva in luoghi per altri aspetti segnati da piaghe sanguinose”. Carmelo Bene veniva citato per essere stato “profondamente, visceralmente figlio della sua Lecce, che gli dava stimoli espressivi e insopprimibili radici culturali”, sebbene le sue aspirazioni fossero sovranazionali.
L’8 febbraio è iniziata l’edizione 2013 della rassegna teatrale di drammaturgia italiana contemporanea, inserita nella stagione di prosa del Teatro Vittorio Emanuele di Messina e che coinvolge la Sala Laudamo di Messina dal 2007, con la direzione di Maurizio Marchetti e la consulenza artistica di Dario Tomasello, che ha risposto ad acune domande, ritraendo una realtà della scena contemporanea satura di urgenze, anche nell’ambito della gestione dei teatri e della distribuzione delle risorse finanziarie.
La stagione è iniziata con ritardo, per questioni economiche che hanno comportato la messa in discussione della programmazione che però è stata strutturata per ospitare ben dodici spettacoli.



Malaluna

Nell’ottobre del 2007 a inaugurare la rassegna curata da Tomasello era stato Nunzio, di Scimone e Sframeli; hanno fatto seguito altri due autori del sud, Tino Caspanello con ‘Nta llaria e Saverio La Ruina con Dissonorata. La seconda stagione del “Paradosso”, che con Malaluna di Pirrotta ha avuto inizio il 23 ottobre 2008 ed è stata trapuntata da due spettacoli firmati da Annibale Ruccello, Mamma per la regia di Roberto Bonaventura, già presente l’anno precedente con la regia di Microzoi dell’eclettico Beniamino Joppolo, anch’egli originario della provincia messinese; e da Le cinque rose di Jennifer con la regia di Arturo Cirillo, in scena alla Laudamo nel gennaio del 2009. In questa stagione è presente anche lo stesso Tomasello come autore di Ultimo giorno, con la regia di Maurizio Marchetti, che in questo dionisiaco ritratto islamico riveste anche il ruolo d’interprete dello spettacolo.
La stagione 2009/2010 viene sospesa per carenza di fondi, ma resta viva grazie ai laboratori teatrali organizzati da Dario Tomasello con la collaborazione dell’Università degli Studi di Messina, ospitati all’interno della Sala Laudamo e denominati “Officina Performativa”, nel periodo che avrebbe dovuto ospitare la programmazione di prosa contemporanea.
Le due stagioni del 2010 e 2012 figure che avevano animato la primissima stagione: Vincenzo Pirrotta e la sua provocatoria Balata delle Balate nell’ottobre del 2010 e Saverio La Ruina con La Borto nel novembre dello stesso anno. La terza stagione è ricca di nomi significativi per la scena drammaturgica contemporanea: Fausto Paravidino, Veronica Cruciani, Sergio Pierattini, Mimmo Borrelli e ancora una volta Tino Caspanello. Vengono anche inseriti in occasione anche sezioni speciali che coinvolgono Gabriele Vacis con la presenza di Pirrotta sulla scena e l’apporto drammaturgico di Monica Centanni; il giovane Lorenzo Gleijeses e il palermitano Claudio Collovà con uno spettacolo su James Joyce.
La quarta stagione, all’insegna del “Paradosso”, ha inizio il 18 novembre 2011 con Fantasmi di Vetrano e Randisi e si connota per la massiccia presenza di autori, attori, tecnici e registi messinesi. Ma troviamo anche atristi nomi non siciliani, come Francesco Saponaro o Fausto Paravidino con il Il diario di Mariapia. Una commedia neoplastica e Saverio La Ruina con Italianesi, Sergio Pierattini ed Emma Dante.



La donna perfetta

Il “Paradosso sull’Autore 2013” si connota per le contaminazioni tra musica e teatro. Si inaugura con e incursioni musicali di Alessandro Mannarino in Agostino contro tutti per la regia di Lorenzo Gioielli, con Rolando Ravello, dall’8 al 13 febbraio; il 15 febbraio Vincenzo Pirrotta debutt aa Messina con All’ombra della collina; segue Mario Incudine con le sue fresche note in La guerra di Giovanni Marangoni, per la regia di Paolo Merlini. Dall’1 marzo Vincenzo Tripodo dirigerà Mariella Lo Sardo in La donna perfetta con le musiche di Ralph Towner. Ancora una volta, anche per la stagione corrente, è fitta la presenza messinese: dal 5 al 7 marzo Ninni Bruschetta curerà la regia di Piscistoccu a Ghiotta in un spettacolo en travesti; a chiudere la stagione Tino Caspanello con 1952. A Danilo Dolci, con la coproduzione della Compagnia dell’Arpa di Enna, grazie a una collaborazione nata in seno a Latitudini, la e siciliana di drammaturgia contemporanea. Torneranno alla Laudamo Gianfranco Berardi con un omaggio a Domenico Modugno; Filippo Luna da inteprete in 1952 di Caspanello, dopo avere commosso con il suo Millebolleblu il pubblico messinese lo scorso anno; Vetrano e Randisi con Totò e Vicè di Franco Scaldati. Ci sarà Vittorio Viviani con uno spettacolo dal titolo esemplificativo oltre che rappresentativo della scelta che raccoglie questa fitta stagione e cioè Song o not Song, amletica convergenza teatrale.



Agostino contro tutti

Quali direzioni seguiranno le prossime stagioni della rassegna “Paradosso sull’Autore”?

Ammesso che ce ne siano ancora, non escludo profonde novità. Le ragioni per cui si è deciso di intraprendere una stagione che si occupi di drammaturgia contemporanea non si sono esaurite, ma le condizioni italiane sono cambiate profondamente. Con Gerardo Guccini sto scrivendo un volume su questo fenomeno che può essere finalmente storicizzato. Siamo a una svolta e il Paradosso è stato un tentativo di dare visibilità a questa energia vitale che appartiene soprattutto al Meridione.

Che genere di energia drammaturgica si è concentrata negli ultimi anni a Sud?

Il ciclo cominciato si è concluso. Quello che ha avuto inizio negli anni Ottanta ha subito un’accelerazione nel 1994 con Nunzio di e con Spiro Scimone, la cui regia non a caso viene firmata da Carlo Cecchi. Nei primissimi anni del 2000 vengono poi fissati punti di confluenza eccezionali, con Paravidino, Premio Ubu nel 2001 per Due fratelli; con i riconoscimenti conferiti a Davide Enia e al teatro di narrazione nel 2003; lo stesso anno Tino Caspanello consegue il Premio Riccione per Mari. Sono anni densissimi anche per Vincenzo Pirrotta, premio E.T.I. nel 2004 con Malaluna; per Berardi a cui viene assegnato il Premio Scenario nel 2005, stesso anno in cui Mimmo Borrelli si aggiudica il Premio Riccione per il Teatro. E possiamo eccezionalmente includere tra questi autori anche Emma Dante (più ardita come regista che come drammaturga) e la sua trilogia pluripremiata, per le evidenti coincidenze temporali e poetiche.

Quale è la svolta che intravvedi per il teatro italiano, a questo punto?

Non possiamo tralasciare l’aspetto politico e finanziario e la grave situazione di dissesto in cui si trova il nostro Paese per una considerazione di tale rilievo. La politica è in fase di dissesto, il teatro pubblico lo è da un punto di vista finanziario. La rivendicazione, pur legittima, di nuovi spazi (occupati o autogestiti), non ha espresso o prodotto un’opera d’arte che possa definirsi tale. Vedo sicuramente un panorama in mutamento, ci troviamo in una fase di passaggio. Il teatro italiano di drammaturgia non è stato aiutato dagli stabili ma neanche dai teatri occupati.



Dario Tomasello

Dario Tomasello è drammaturgo e consulente alla direzione artistica del cartellone di prosa del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, presso il quale cura la stagione "Paradosso sull'autore" dedicata alla nuova drammaturgia italiana dal 2007. Cura la Collana Faretesto per la casa editrice Editoria & Spettacolo ed è responsabile editoriale della rivista “Mantichora”. Insegna Letteratura italiana contemporanea e Drammaturgia presso il Dipartimento di Scienze Cognitive, della Formazione e degli Studi Culturali dell’Università degli Studi di Messina. Tra le sue pubblicazioni: Ferdinando di Ruccello per Annibale Ruccello, Pisa, ETS, 2011; Un assurdo isolano. Il teatro di Spiro Scimone e Francesco Sframeli, Spoleto (PG), 2009; Il fascino discreto della tradizione. Annibale Ruccello drammaturgo, Bari, Edizioni di Pagina, 2008.

 

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