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ISSN 2279-9184

ateatro 142.78
4/2/2013 
#bp2013 GASP - Galleria dello Spettacolo
un progetto di Marisa Villa e Valentina Falorni di AV Turné
di Marisa Villa e Valentina Falorni
 

GASP è uno strumento, una galleria studiata per agevolare il lavoro di chi programma spettacoli dal vivo, in qualunque luogo: sale teatrali, palchi all'aperto o spazi "fuori dal teatro".
Tramite un sistema di ricerca molto intuitivo, organizzato secondo criteri artistici, gestionali ed economici, su GASP è possibile individuare rapidamente proposte di spettacolo corrispondenti alle necessità e alle preferenze delle singole iniziative culturali, visionare o scaricarne i materiali, trovare agevolmente i contatti a cui rivolgersi.
Un metodo pratico e veloce per valutare gli spettacoli in circolazione secondo i propri criteri di ricerca.
Una via di scampo dalle caselle di posta elettronica intasate dalle circolari spettacoli.
Un'occasione per scoprire proposte inaspettate.
Un nuovo modo di distribuire e programmare lo spettacolo dal vivo in Italia.

LA PREMESSA
Ovvero Chi siamo e come mai siamo qui a discutere con voi oggi
AV Turné, Associazione nata nel 2009 da un gruppo di organizzatrici dello spettacolo dal vivo, offre a compagnie, teatri, artisti e enti servizi di vario genere. Uno di questi fino al 2011 è stato la distribuzione di spettacoli.
Negli ultimi due anni abbiamo ricevuto più di 60 proposte per questo tipo di collaborazione, che per ragioni di scarsissimo rendimento economico abbiamo – nostro malgrado - dovuto declinare.
Ma il numero delle richieste ricevute ci è sembrato un dato che non poteva essere ignorato.

Contemporaneamente ci siamo rese conto che gli artisti si trovano oggi a vivere e creare in un mondo in cui sempre più spesso gli è richiesta una adesione acritica a dinamiche di potere alimentate da soggetti che monopolizzano i posti di governo del sistema, a programmazioni a costo zero camuffate da bandi o progetti di alta formazione e a una sempre più scarsa considerazione dei diritti del lavoratore.

SVILUPPIAMO DELLE RIFLESSIONI
Ovvero Le nostre valutazioni sulla società del teatrante in crisi
Punto uno
Il Distributore sembra ormai una figura in via d’estinzione: i cachet sono sempre più bassi, le tournée sempre più brevi, le percentuali ricavate dalla vendita degli spettacoli non sono più sufficienti a coprire il costo del lavoro svolto. Allo stesso tempo la maggior parte delle imprese di produzione non possono permettersi di investire nello stipendio di un organizzatore che distribuisca i loro lavori.
Quello che abbiamo davanti è un enorme volume di proposte di spettacoli, che chiunque può percepire dalla quantità disperante di cartelline, newsletter, circolari che affollano la posta di teatri e strutture di spettacolo di ogni tipo.
Questo significa che le produzioni continuano a nascere, anche in tempi di crisi, le compagnie si costituiscono o stringono denti e cinghia per portare a termine progetti artistici anche di grande valore, ma spesso destinati a morire dopo appena una o due repliche dal debutto.
Il sistema è talmente dispersivo che l’urgenza di allargare il ventaglio delle proposte nella speranza di avere più possibilità di “piazzare uno spettacolo” sta sopprimendo quella di dare continuità ad un singolo progetto di valore. La quantità a discapito della qualità.

Punto due
Sopra questo scenario già compromesso aleggia inoltre un’ingombrante presenza sinistra: la crisi economica.
Questa parola chiave ormai sovrana del nostro gergo quotidiano, una parola talmente ripetuta, abusata, sfruttata e millantata (a fronte sì di reali riduzioni dei finanziamenti) sta in molti casi diventando un alibi per chi ha più potere contrattuale, per portare avanti impunemente politiche irrispettose della dignità artistica e professionale di molti lavoratori dello spettacolo.
Gli effetti più autentici di questo tormento sono i seguenti:
Da una parte le compagnie, costrette ad adeguare le proprie istanze creative alla richiesta di mercato (o almeno ad una “presunta” richiesta).
Dall’altra i programmatori, sempre più affaticati dalla difficoltà di attuare le proprie scelte in libertà.
Quotidiana e continua è infatti la loro lotta con budget sempre più ristretti, amministratori locali sempre più ingombranti, risorse sempre più scarse per viaggi e soggiorni di approfondimento.
In più le false speranze sono all’ordine del giorno.
Alcuni teatri ed enti di produzione trovano facili espedienti per apparire in controtendenza rispetto a questo: parliamo di iniziative di valorizzazione delle compagnie sui vari territori, eventi concepiti per avvicinare il pubblico a teatro e altre espressioni simili a queste.
Ma quante di queste azioni sono pensate come vero sostegno agli artisti? Sempre più spesso ci assale il dubbio che siano semplici escamotage per costruire festival, eventi o stagioni senza risorse, mascherando lo sfruttamento del lavoro delle compagnie da nobile intervento in loro favore.
E quante di queste scelte verranno davvero messe in primo piano rispetto a quelle di richiamo per i cartelloni?
In tempi di crisi tutti vogliono vendere facile e subito.

Punto tre
Tutto ciò genera uno stato di frustrazione profonda che sta dilagando, creando una bolla di malessere diffuso, che allontana, in ultima analisi, il pubblico dai teatri. Il teatro non è più (se ci è per una volta concesso di parlare di “sfere di energia”) un luogo di festa e di calorosa condivisione di tematiche e sentimenti, ma un epicentro di avvilimento e demoralizzazione, percepibile ormai sempre più nitidamente anche dall’esterno.

Domanda
Di cosa abbiamo realmente bisogno oggi per scardinare questo meccanismo, per muovere le acque della palude stagnante in cui ci troviamo?
Di scintille.
Di corpi propulsori per un nuovo movimento.
Di qualcosa che ristabilisca le priorità e che torni a regalare il GUSTO di fare e di vivere questo lavoro.

Dobbiamo partire dal basso.
Abbiamo bisogno intanto di qualcosa che crei le condizioni per una migliore fruibilità della proposta artistica.
Strumenti che riportino comunicazione tra domanda e offerta nel mercato teatrale, che rispondano alla necessità reale di tradurre in caratteri leggibili il caos della nebulosa produttiva in cui ci troviamo, per renderlo più fruibile nel modo più preciso ed efficace possibile.

LA MODALITA’ AV TURNE’
Ovvero We have a strategic plan: it’s called doing things - cit. H. Kelleher
Uno di questi strumenti è GASP, Galleria dello spettacolo, una fiera on line dello spettacolo dal vivo.
Si tratta di un sito, una galleria virtuale.
Da un lato le compagnie possono esporvi i materiali di presentazione dei propri spettacoli. Dall'altro chi programma può trovare proposte anche inaspettate, impostando in maniera rapida e intuitiva i criteri di ricerca che più gli interessano: non solo artistici, ma anche gestionali ed economici.
GASP è un database spettacolocentrico, un vero e proprio strumento di lavoro rivolto a operatori del settore, per facilitare e incrementare il momento di valutazione delle proposte artistiche.
Questo strumento rimette in discussione il principio della SCELTA, il momento più delicato del lavoro dei direttori artistici, che bisogna tornare a proteggere e tutelare, perché sia al riparo da pressioni psicologiche e politiche.
Perché l’ultimo soggetto che beneficerà di questo cambiamento sarà il pubblico stesso.
Ovviamente GASP non è la panacea di tutti i nostri mali.
Ma è un punto di partenza.

AV Turné cerca di mantenersi lucida, critica, e in costante dialogo con i bisogni reali che ci circondano.
Quello che cerchiamo di fare quotidianamente è di individuare modalità e soluzioni anche in totale dissenso con le tendenze del nostro settore, che aiutino a sbrogliare la matassa, a partire da iniziative reali e concrete.
Sempre seguendo questa logica abbiamo attivato lo sportello del teatrante in crisi, iniziativa gratuita a favore dei teatranti tutti, volto a dare gli strumenti di base per gestire al meglio e in autonomia il proprio lavoro.
O ancora stiamo affiancando e sostenendo l’iniziativa di un gruppo di compagnie indipendenti milanesi che intendono creare una piattaforma che metta in comunicazione imprese di produzione - pubblico e programmatori della nostra città di riferimento.

Sentiamo l’urgenza di sviluppare e sostenere progetti e iniziative che sblocchino i punti morti del sistema. Che concorrano a un profondo rinnovamento delle condizioni di lavoro, andando a ripulire sistematicamente sul lungo periodo tutto ciò che si è stratificato e solidificato fino a rendere il nostro settore rigidamente incapace di rispondere alle esigenze sociali del paese e di intraprendere significative azioni culturali che incidano sulla vita dei cittadini, il nostro pubblico. Cambiamo le regole del gioco.

 

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