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ISSN 2279-9184

ateatro 138.94
2/29/2012 
Cosa sta succedendo a Cascina?
Con il totonomine per la direzione della Città del Teatro
di Anna Maria Monteverdi (con la replica di Fabrizio Cassanelli)
 

Cascina come Città del Teatro è l’invenzione di un gruppo di artisti legati sia all’ambito del teatro ragazzi (al quale è consacrato come Stabile di innovazione) sia a quello della disabilità. Qualche anno fa Cascina ha festeggiato i trent'anni di attività della sua istituzione più celebre. Il gruppo che l’ha creata e gestita faceva capo a Sandro Garzella, attore, regista e organizzatore teatrale; la storia è raccontata da Renzia D’Incà nel saggio pubblicato da Titivillus. Ma una paternità, prima o poi, deve fare i conti con mandati, con consigli di amministrazione, con i partiti, con i localismi. E forse anche con la “famiglia”.
Quando crediamo di essere diventati indipendenti, di non aver più bisogno di giustificare la nostra presenza, di dimostrare qualcosa e crediamo di essere finalmente arrivati alla maturità, può accadere che le garanzie di stabilità vengono messe in discussione. Giustamente, dicono alcuni. I padri talvolta sono scomodi e l’accentramento dei poteri inquieta; e la politica, quando entra a gamba tesa nel terreno della cultura, esige il suo tributo.
La direzione di Sandro Garzella era stata spesso criticata (come quella di Massimo Paganelli a Castiglioncello-Armunia), ma non era mai stata messa davvero in discussione. Oggi la sua leadership è decaduta proprio per volontà politica: è stato il sindaco della cittadina, un tempo nota per i mobilifici e ora famosa per il teatro, a sottolineare la necessità di un ricambo generazionale.
Ma qualunque decisione dovrà ovviamente tener conto di una storia comunque importante, ricca di eventi, festival, convegni, progetti. Un’evoluzione che prevedeva residenze anche nel territorio di San Giuliano, e una serie di convenzioni con l’Università di Pisa, per laboratori di scenografia e di tecnologie applicate alla scena.
Perché Cascina diventasse quello che era e che tutti noi abbiamo conosciuto, è stato necessario un concorso comune di persone e di intelligenze, perché i luoghi non “sono”: “diventano”. Non c’era alcuna vocazione teatrale in quel territorio assai bruttino, nessun Grotowski era andato là in buen retiro. in quel mostruoso labirinto di cemento armato che oggi ospita un complesso teatrale degno di nota, avrebbe dovuto insediarsi una Coop.

A fine 2011 è scaduto il mandato di Garzella, il quale sa di non raccogliere molte simpatie politiche; ma sa anche che per avere i finanziamenti nazionali già stanziati serve comunque la sua firma; però alla fine la fatidica firma non verrà apposta da lui ma da un altro socio fondatore, Fabrizio Cassanelli, che da qualche mese non è più attore degli spettacoli di Sandro. Solo un divorzio artistico? Garzella oggi è definitivamente fuori dai giochi della Città del Teatro, ma ha ripreso a lavorare con una nuova formazione che gira già su facebook. Fabrizio Cassanelli invece è ancora attivo al Centro Studi.

Il Totonomine

La Fondazione Sipario Toscana è finanziata dagli enti locali, soprattutto dalla Regione: la quale, a questo punto, può avere titolo per dettare le regole; o meglio, per suggerire il profilo del prossimo candidato direttore artistico. La Regione sa che la vocazione del luogo è duplice: teatro-ragazzi da un lato, residenze di ricerca dall’altro. La stagione finora ha accontentato sia un pubblico (generico), sia (moderatamente) gli appassionati di ricerca, sia le famiglie e le scolaresche, con risultati su quest’ultimo livello davvero notevoli. Un teatro popolare ma non plebeo, per parafrasare una frase di Alfonso Iacono. La stagione è anche collegata con l’Università di Pisa, grazie alla presenza costante negli anni di figure come Concetta D’Angeli, Alfonso Iacono, Lorenzo Cuccu e Sandra Lischi.
Dunque va da sé che, poiché il luogo è diventato uno dei punti di riferimento del teatro contemporaneo anche per la ricerca, sarà opportuno identificare una personalità in grado di garantire quello stesso livello di qualità, di partecipazione e di buona relazione con l’alta formazione universitaria.
Certamente anche la questione “locale” sarà importante: per essere accettati ai vertici, servirà di sicuro l’accento toscano.
Il 14 febbraio il cda (rinnovato a dicembre) ha diffuso il bando per la direzione artistica. Requisiti: una laurea specialistica, organizzazione, esperienza ecc ecc, con scadenza il 16 marzo. Non sarebbe stato preferibile una chiamata a progetto, come ha fatto a suo tempo il Teatro della Tosse individuando prima Massimiliano Civica e poi Fabrizio Arcuri?
I candidati toscani al Totonomine non sono molti: Giovanni Guerrieri, laureato in Storia del Teatro con Fernando Mastropasqua, che ha diretto con passione festival e stagioni al Teatro Sant’Andrea di Pisa, con un profilo artistico di grande spessore che lo vede non solo fondatore di una giovane compagnia di ricerca che negli ultimi anni ha ottenuto massimi consensi (compreso il Premio Ubu) come i Sacchi di Sabbia, ma anche collaboratore della compagnia Lombardi- Tiezzi, di Verdastro-Della Monica, di Silvio Castiglioni. Ateatro ha scritto diverse recensioni sui suoi lavori.
L’altro possibile candidato sarebbe Renzo Boldrini, anima con Vania Pucci dei Giallomare minimal teatro di Santa Croce e Empoli, specializzato in teatro ragazzi, già direttore artistico di teatri, festival, e promotore di convegni sul teatro ragazzi (con il patrocinio della Regione Toscana). Tuttavia gli manca la laurea.
D’altro canto, Guerrieri e Boldrini operano in due settori distinti e complementari, e potrebbero, in caso di vittoria di uno o dell’altro, collaborare.
Si possono capire, anche se non condividere, le resistenze a Boldrini (che farebbe di Cascina di fatto, l’unico vero luogo di ricerca per teatro-ragazzi, un ambito che apre appetiti locali assai famelici) e a Giovanni Guerrieri (che comunque potrebbe sviluppare un interessante “luogo” di ricerca assai dinamico): insomma, c’è il rischio di turbare equilibri consolidati...
Ma circolano con insistenza anche altri nomi: per esempio Donatella Diamanti, autrice di testi per teatro e tv (anche per la Rai), e tra le primissime collaboratrici di Cascina. Cassanelli interpretò diverse sue commedie, tra cui si annovera “I veri uomini sputano lontano”; e Antonella Moretti, organizzatrice di teatro-ragazzi alla Città del Teatro ai tempi di Garzella, contro il quale aprì una vertenza per mobbing.
Insomma, una soluzione “locale”, che garantirebbe lo status quo, o forse un passo indietro di circa quindici anni, e non preoccuperebbe i big che hanno teatri votati alla ricerca in Toscana.
Ma altre candidature sono senz’altro in arrivo...

Verità e leggende metropolitane
d Fabrizio Cassanelli


Mi spiace non essere venuto alle buone pratiche perché mi sarebbe piaciuto dire qualcosa proprio sul concetto di buona pratica.
Sono fuori per lavoro , mi è arrivato un articolo di Anna Maria Monteverdi , uscito su ateatro qualche giorno fa sulla vicenda di Cascina e dall’avviso pubblico sulla nuove direzione artistica.
Visto che non posso essere a Genova per lavoro, rispondo pubblicamente all’articolo di Anna Maria Monteverdi e per diritto di replica e buona pratica.

Cara Anna ma che succede a Cascina? Dopo tanti anni che non ti sento, ti vedo riapparire all’improvviso con un raro interesse nei confronti del teatro di Cascina e le vicende che ruotano attorno la Direzione e da quanto leggo fai nomi e cognomi e citi biografie personali ferme a molti anni fa liquidandone l’evoluzione e la complessità con una sintesi sorprendente e a tratti inesatta.
Ma degli altri non mi voglio occupare, resterei ai cenni che fai su di me su cui forse posso passarti la buona fede ma non la disinformazione o le illazioni che attendono la mia condotta su cui correttamente avresti potuto sentire la mie parole.
Comunque sia oltre a chiederti di informarti meglio (se in futuro ti ritornasse la necessità) su quanto fatto da me negli ultimi 15 anni, ti do alcune informazioni che spero possano chiarirti la mia posizione sulla vicenda:
Punto 1 - Il mio ruolo in fondazione (con contratto di dipendente) è di responsabile del centro – studi e del settore dedicato alle nuove generazioni che ho sempre gestito seguendo il filo di un interesse e di una vocazione che dura da 30 anni.
Punto 2 - A seguito della interruzione da parte della Fondazione del rapporto con la direzione artistica e a stagione avviata, dopo avere rifiutato l’incarico di direzione artistica che mi era stato offerto dal CDA, mi sono assunto la responsabilità (essendo l’unico che lo poteva fare) di mettere la firma sul progetto in corso pena la perdita dei contributi, evitando così di mettere a rischio il lavoro delle molte persone che in quel teatro lavorano
Punto 3 - Sulle ferite, sulle pressioni e sulle mistificazioni che ancora purtroppo caratterizzano questa vicenda non dirò nulla perché non esiste una verità ma esistono le verità. Chiedo solo che venga rispettata la mia persona ivi comprese le motivazioni per cui non faccio più l’attore in alcuni spettacoli.
Di leggende metropolitane sui nomi che dovrebbero arrivare a Cascina ne stanno girando molte alcune ai confini della realtà, ma tutte “credibili” solo per il fatto che qualcuno le enuncia. Ad esempio si racconta che dovrebbe arrivare un fiorentino che non è di Firenze, un barese trapiantato in Svizzera , un livornese emigrato in Puglia, un signore di settant’anni che farebbe risaltare l’idea del ricambio generazionale, la moglie laureata di un attore perché possa sistemare il marito, un presentatore di una televisione di provincia bravo nelle imitazioni di Gassman e via di seguito..
Concludendo cara Anna io mi accontenterei che a dirigere il teatro di Cascina venisse una persona intellettualmente onesta, politicamente corretta, competente, con una tensione alla reciprocità, con un narcisismo tollerabile, poco incline all’intrallazzo politico e di alto profilo etico e culturale. Di persone così ce ne sarà pure qualcuna ….hai visto mai che abbiamo la fortuna che arrivi proprio da noi?

Un abbraccio Fabrizio Cassanelli

Oltre il Totonomine: trasparenza, competenza, ricambio generazionale, per una candidatura di respiro nazionale
di Anna Maria Monteverdi


Caro Fabrizio,
avendo frequentato La Città del Teatro per molti dei miei dieci anni di residenza lucchese-pisana, sia per le mie lezioni universitarie che il CMT aveva dislocato da voi, sia per alcuni lavori insieme (per il Festival Metamorfosi, o per le residenze a Cascina e a San Giuliano, o per incontri - ricordi quello con Judith Malina per i vent'anni dalla morte di Beck, che organizzammo su due piedi, io e te, al Centro Studi? - sai bene quanto mi prema conoscere più che il passato recente (e le relative vicende, note per lo più attraverso i giornali locali) il futuro prossimo del Politeama. La Città del Teatro è un teatro Stabile di innovazione rivolto all'infanzia e gioventù riconosciuto dal MIBAC, dunque una struttura culturale di interesse nazionale e non solo locale. E dunque con www.ateatro.it ho deciso di seguire con attenzione la vicenda.
Sui punti che sollevi e che riguardano la tua persona, mi sembra che non diciamo cose diverse: io ho segnalato un "divorzio artistico" che farebbe seguito (o precederebbe, non so bene) un divorzio politico tra Garzella e CDA della Fondazione Sipario Toscana. E tu confermi, ed è ragionevole che tu non debba spiegare perché e per come.
Poi scrivo che tu rimani stabile al Centro Studi e tu specifichi che rimani in quanto dipendente.
Io affermo che hai firmato tu per i contributi ministeriali per i progetti in corso e tu mi spieghi perché era giusto farlo.
Ma veniamo all’aspetto più importante: che cosa succederà a Cascina?
Il bando per la direzione artistica della Città del Teatro è online da qualche tempo http://lacittadelteatro.it/notizie/avviso-pubblico-per-la-selezione-della-direzione-artistica/ e scade il 16 marzo. E’ uno stabile di innovazione rivolto all'infanzia e gioventù. ma da sempre ha guardato con attenzione anche ad altri settori del teatro, dalla ricerca al teatro sociale: ha una stagione annuale da gestire per il grande pubblico, un cartellone incentrato sulla ricerca, incontri, residenze, formazione in convenzione con l'Università di Pisa, incontri con la critica, festival (Metamorfosi). E poi il settore di impegno sociale che è stato sempre un elemento forte.
La direzione artistica potrà contare su uno staff numeroso (impiegati amministrativi, uffici produzione, ufficio stampa, ufficio formazione).
Oggetto dell'incarico triennale sarà sia la produzione di spettacoli ed eventi culturali e teatrali sia la programmazione di stagioni, rassegne e festival in collaborazione con Scuole e Università. A scegliere il direttore artistico sarà il Consiglio di Amministrazione della Fondazione (per la cronaca: Michelangelo Betti, presidente, è segretario del Pd di Cascina e consigliere provinciale; Alessandro Caprai è capo di gabinetto del presidente della Provincia di Pisa; Fabiano Martinelli è assessore alla cultura del Comune di San Giuliano Terme, ente che partecipa alla Città del Teatro con il Rossini di Pontasserchio) insieme a due esperti, uno del settore teatrale e uno del settore formativo e universitario.
Molti sono i rumors intorno alla persona che prenderà il posto di Sandro Garzella. In casi come questi, la tentazione del Totonomine è irresistibile. Peraltro www.ateatro.it lo pratica da tempo (basta guardare l’archivio della rivista) per un motivo molto semplice: nelll’assegnazione di posti di responsabilità in strutture pubbliche o semi-pubbliche, e finanziate in larga parte con denaro pubblico, la trasparenza è un fattore essenziale per prendere le decisioni giuste in maniera effiace. Non basta, lo sappiamo, ma senza trasparenza è molto più facile “pilotare” le nomine.
Per Cascina avevamo citato solo alcuni dei "papabili", dicendo quello che pensiamo di alcuni possibili candidati. So che girano, come tu mi dici, molti altri nomi: deciderà ovviamente in piena autonomia il CDA, con la commisione al completo. Ma pensiamo che sia nostro diritto e nostro dovere dire quello che pensiamo, sperando che qualcuno e tenga conto, visto che la redazione è composta da professionisti, organizzatori teatrali, studiosi e osservatori ben preparati.
Nel Totomine per Cascina, a oggi vedremmo tra i concorrenti Andrea Buscemi, Paolo Pierazzini, Giorgio Testa, Giovanni Guerrieri, Donatella Diamanti e Antonella Moretti. Non sappiamo se si sono candidati, ma sono questi i nomi che ci sono stati segnalati. Però, se avete altri suggerimenti...
Ma al di là dei nomi, il vero problema è ovviamente il profilo che si cerca. Per mantenere e magari rilanciare la mission di Cascina, si privilegerà una figura manageriale o una figura artistica? E sarà senz’altro opportuno garantire finalmente il tanto ricercato "ricambio generazionale" invocato da sindaco (non vorremmo certo vedere "il vecchio che avanza", e nemmeno gli avanzi del vecchio). E sarà opportuno selezionare un profilo alto, perché - come abbiamo sottolineato – la direzione di Cascina non riguarda solo uno spicchio di provinca toscana, ma ha rilievo nazionale.
Speriamo che i bandi servano davvero a selezionare il migliore, magari anche fra i candidati molto qualificati che la comunità teatrale locale o nazionale ha espresso. Qualcuno riconosciuto dall'ambiente teatrale, dalla critica, dai network, dal territorio toscano, ma anche e soprattutto da quello nazionale. Qualcuno che abbia relazioni con le compagnie e che conosca bene ovviamente, l'ambito del teatro-ragazzi (ma non in modo esclusivo, a nostro giudizio). Qualcuno che vanti una bella storia passata, ma che sopratutto abbia sufficiente tempo ancora davanti.
Ci piacerebbe se CDA, Regione, circoli politici territoriali mettessero da parte considerazioni inutili e vanità campanilistiche e si mettessero in ascolto delle reali esigenze della comunità (territoriale e teatrale) per dimostrare, una volta tanto, che il talento artistico - accompagnato da intelligenza organizzativa – può essere premiato, che le nuove generazioni possano essere prese in considerazione, e che l'eccellenza e la competenza sono i veri (e soli) criteri a cui guardare. Prima della fedeltà politica o del rispetto di equilibri consolidati.
Nel teatro come in qualunque campo.

 

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