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ISSN 2279-9184

ateatro 127.14
Un’estate di festival tra La Spezia e Massa Carrara
Lunatica (MS) - Fino al cuore della rivolta (Fosdinovo, MS) - CastèArte (SP)
di Anna Maria Monteverdi
 

Un soggiorno in Val Graveglia della Spezia mi ha portato a preferire, dalla seconda metà di luglio, alle rumorose feste cittadine, alcune manifestazioni teatrali e artistiche nella Valle del Vara e nei borghi della Lunigiana che qua segnalo.

Lunatica
Encomio speciale per Lunatica, ricchissimo appuntamento di teatro e musica ormai consolidato, itinerante nelle località tra Massa, Carrara e i castelli della Lunigiana: sotto la lungimirante direzione artistica di Marina Babboni e l’impegno della Provincia-Assessorato alla Cultura, il Festival Lunatica si aggiudica il premio della manifestazione estiva più popolare e più frequentata di tutta la zona tra Liguria e Toscana che pure vanta nel periodo estivo un ben ricco calendario.
Lunatica con i suoi 16 appuntamenti distribuiti in due settimane tra luglio e agosto non ha in effetti, concorrenti; del resto la formula della valorizzazione dei luoghi caratteristici attraverso l’arte e la cultura con un’organizzazione eccellente che prevedeva il trasporto in navetta del pubblico, ha permesso a molti - non solo villeggianti e stranieri di passaggio - di scoprire scorci di una bellezza unica, dal borgo medioevale di Filetto a quello di Ponticello (con uno spettacolo di Andrea Battistini) a Mulazzo, oppure di rivedere in notturna il magnifico anfiteatro romano di Luni (con Pippo Delbono) o il Castello Malaspina (con Kinkaleri). Il teatro (e la musica: con Simone Cristicchi, Baustelle, Dalla/De Gregori) ha aggiunto una poesia che li ha resi ancora più magici. Certamente la scelta originale degli artisti e la qualità delle proposte è stata fondamentale per la riuscita della manifestazione: plauso particolare per un artista che debuttato a Lunatica con un nuovo spettacolo che mi ha sinceramente colpito al cuore per la forza e l’intelligenza del progetto: Mario Perrotta che a Bagnone ha presentato I Cavalieri di Aristofane in prima nazionale.



Dopo una breve residenza - che già era stata realizzata proprio a Bagnone per precedenti spettacoli - il debutto in cui il Teatro dell’Argine, la compagnia del narratore civile dalla grande forza espressiva, propone una concertata presa in giro di un parlamento (quello italiano) giunto ormai al limite del ridicolo. E così, ricordando i tempi in cui nell’Antica Grecia la parrhesia era un valore perché rendeva anche il politico più in vista suscettibile di giuste critiche da parte del popolo sovrano davanti a cui doveva rispondere del proprio operato, Mario Perrotta complice Aristofane mette in scena le “macchiette” della politica dei giorni d’oggi, un’improbabile Carfagna in piume di struzzo, un Bersani segno della vecchia RealPolitik, e un immortale Cavaliere. Il tutto musicato e cantato dal vivo da Mario Arcari e dagli attori della compagnia come nell’avanspettacolo e col sottofondo (esilarante e tragico insieme) di un’Italietta da quiz, da salotto televisivo filogovernativo, da giornali del gossip, mentre tutt’intorno “c’è la crisi, non si campa più con ‘sta crisi” come recita il tormentone dello spettacolo, “il mantra italiota che ci libera tutti, l'oppio contemporaneo di un popolo mai diventato nazione. E allora saranno scintille tra contendenti, musica oscena per rime triviali, intermezzi pubblicitari, gran varietà, cavalieri e macellai, e martellanti insofferenze da condominio”. Prima nazionale: 4 settembre a Andria, Castel dei Mondi Festival.
Un momento di grazia e di bellezza poi, l’appuntamento con la poesia di Cesare Pavese con l’omaggio di Fabrizio Gifuni accompagnato dalle note del pianoforte di Cesare Picco; il pubblico ha riempito all’inverosimile il convento del Carmine di Cerignano a Fivizzano nonostante una serata di burrasca.

CASTE’ARTE
Il piccolo borgo di Casté nell’entroterra spezzino, nel comune di Riccò del Golfo, superato il passo della Foce, con 23 residenti (qualcuno di più in estate) completamente recuperato e restaurato grazie ai fondi della Unione Europea, è diventato quest’estate, teatro di una serie di iniziative molto particolari tra arte, teatro, video e musica. Un paesaggio superbo nella Valle del fiume Vara con vecchie case in pietra squadrata e calce, “piazoeti” (terrazzi rialzati per l’essiccamento dei prodotti), e un solo ristorante a gestione familiare da cui è difficile andarsene, una volta preso possesso della terrazza con vista sulla vallata ricca di castagneti.
Mia nonna mi raccontava che veniva qua per la veglia natalizia, bruciavano un ceppo d’olivo e mangiavano pane, rape, castagne e pomi dolci.
Mauro Manco che ha una magnifica casa a Casté di sotto, con la complicità di Roberto Bertonati ha messo in piedi dopo una prima timida edizione lo scorso anno, una manifestazione di ampio respiro -con budget praticamente a zero - che ci auguriamo diventi un vero punto di riferimento per gli amanti dell’arte “off”. Ma se le risorse scarseggiano le idee non “mancano”: Mauro Manco, fotografo di professione e creativo a 360° (pittore, grafico, arredatore e installatore di opere ambientali) ha chiamato vari artisti locali e nazionali che un po’ a titolo di amicizia e un po’ come appoggio alla manifestazione, si sono prestati a portare le loro opere in dialogo con la natura e con il paesaggio rurale. La gente del paese ha dato un contributo concreto, mettendo a disposizione attrezzi, materiali, casolari, aree di proprietà privata per renderle disponibili a una funzione pubblica, per amore dell’arte. Così un piccolo borgo viene illuminato, si arricchisce di colori, di quadri, di sculture appese, di oggetti insoliti; le pareti di pietra sono usate come schermi di proiezione e le sedie per gli avventori sono quelle prestate dalle case. Si ascolta, si parla, ci si conosce e alla fine il paese offre al pubblico, gradito ospite, da bere e da mangiare: si beve da una chicchera vino appena spillato e si mangia su testi focaccia al rosmarino cotta al forno e salsiccia cruda.







Cito tra gli altri Mauro Melis, artista davvero insolito che unisce la passione per la vela (famosa la sua navigazione in solitario nell’Atlantico e le sue macchine per andare a vela nel deserto) con le originali opere-macchine a vento realizzate con materiali di recupero ispirate agli apparati e ai progetti di Leonardo e alle sculture di Caldér. Le sue opere hanno preso respiro e vita ondeggiando nella parte alta del paese, nelle corti, nelle antiche scale del paese, dentro le cantine ancora ingombre di botti e damigiane, di stoppe e di sugheri e trasudanti profumo di vino in un’operazione di installazione ambientale progettata sin nei minimi dettagli da Manco con un approccio intelligente e colto che ha reso questa piccola manifestazione degna dei migliori Festival e Parchi d’arte contemporanea.





Spettacoli teatrali (compagnia degli Evasi), letture (Elena Colucci), conferenze un po’ particolari (Pop porn con Giovanna Maina a cura di Roberto Bertonati), musiche (Gigi Cifarelli), installazioni fotografiche (Gianluca Ghinolfi), disegni a fumetti (Simone Lucchesi) e scultoree (Alessio Manfredi) e proiezioni video e live sonori (con Stefano Tedesco e Manuel Bozzo) hanno avuto luogo all’interno della corte Paganini nel cuore di Casté, un vero teatro naturale dove non c’è bisogno di amplificazione, la luce è quella della luna, e dove il pubblico, come nei tempi antichi, si raccoglie a cerchio a sentire storie.


Fino al cuore della rivolta (Fosdinovo)
Non poteva che essere il Museo della Resistenza di Fosdinovo (Ms) il luogo naturale per questa manifestazione che come recita il ben azzeccato titolo, propone anche in questa sesta edizione, una serie di appuntamenti di cultura resistente agli schemi dominanti: Maurizio Maggiani, Stefano “Cisco” Bellotti, Coro delle Mondine di Novi, Ascanio Celestini, Apuamater, Alessio Lega, Suonatori Terra Terra, Poeti in Ottava Rima, Simone Cristicchi, Coro dei Minatori di Santa Fiora, Marco Rovelli, Teatro Cooperativa, E Zèzi Gruppo Operaio, Blanca Teatro, Canzoniere della Rivolta, Claudio Cormio, Paolo Ciarchi, Nuovo Canzoniere Bresciano, Sandra Boninelli, Paolo Pietrangeli. Moltissimi anche i momenti di approfondimento e riflessione con Angelo D’Orsi, Cesare Bermani, Gabriele Polo, Gianfranco Azzali “Micio”, Giovanni Contini, Paolo Pezzino, Adriana Dadà, Paolo De Simonis, Stefano Arrighetti. Blanca teatro presenta Il timido con Antonio Bertusi. Regia di Virginia Martini. Progetto per una pedagogia della Resistenza, dedicato alla figura umana e professionale di Gianni Rodari.
Organizzazione della manifestazione a cura dell’associazione Archivi della Resistenza in collaborazione con Istituto Ernesto De Martino, Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Lega di Cutura di Piadena, Circolo Gianni Bosio, Fondazione Ignazio Buttitta, Associazione Italiana di Storia Orale, Istituto Pedagogico della Resistenza, Istituto Alcide Cervi, Contatto Radio-Popolare Network, ARCI Carrara-Lunigiana, ANPI di Massa-Carrara e La Spezia.
Il Museo quest’anno a giugno, ha compiuto 10 anni nel mese in cui è morto la mente ispiratrice e il principale promotore del Museo, il partigiano Paolini Ranieri, figura leggendaria della Resistenza, commissario politico della Brigata Garibaldi "Ugo Muccini”; membro dell’organizzazione clandestina del Partito Comunista, condannato al carcere, contribuì in modo determinante alla Liberazione di Sarzana, cittadina di cui è stato sindaco per 25 anni. Il Museo è stato progettato secondo modalità interattiva da Studio Azzurro e realizzato tra gli altri proprio dal nipote dell’ex partigiano, Paolo Ranieri oggi fondatore di N03! Ed è stato uno dei primi esempi italiani di musei interattivi, in seguito al quale si è generato un interesse sempre crescente nell’ambito delle amministrazioni, a progettare allestimenti museali multimediali. La memoria della Resistenza all’interno del Museo viene ben rappresentata dai volti, dalle parole, dai luoghi, dalle testimonianze, dalle vicende della Grande Storia insieme a quella quotidiana dei piccoli borghi contadini tra la Liguria e la Toscana. Un lavoro eccellente sul piano del rilievo storico, e pregnante sul piano dell’emozione che suscita. L’interattività rimanda ai gesti della memoria: quelli dello sfogliare un album di fotografie, o un giornale, quello di ascoltare i racconti degli anziani che avevano vissuto la guerra e avevano combattuto affinché fosse fondata la nostra Repubblica e la nostra Costituzione. Da qui la necessità di rinvigorire la memoria e tenerla viva e attuale portando al museo - che è decentrato come lo erano le colonie partigiane - giovani e giovanissimi per eventi da vivere collettivamente, per non dimenticare. Bravissimi gli organizzatori che uniscono la cultura del popolo al linguaggio dell’arte e del teatro civile, della musica impegnata e di “resistenza”, dandogli un senso qui e ora.

 
 
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