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Alcune cose che si possono fare con i libri nel XXI secolo
Controdizionario del libro ai tempi di Google, Amazon e dei social networks
di Oliviero Ponte di Pino




social reading

(lett. lettura sociale) per alcuni è “un servizio online offerto da alcuni siti, che permette agli utenti di discutere a proposito dei propri libri e autori preferiti” (wikipedia), per altri è “tutto ciò che circonda l'esperienza della lettura di libri elettronici”, ma si tratta di definizioni riduttive. E' vero che nel "modello classico della lettura" - come ha scritto George Steiner commentando la tela di Chardin Il filosofo che legge - “il lettore dev'essere composto, solo e in silenzio” (“Una lettura ben fatta” in Nessuna passione spenta, Garzanti, Milano), ma in effetti la rete e i social networks hanno solo ampliato le possibilità di condividere l'esperienza della lettura, un aspetto già potenzialmente presente da sempre nell'atto stesso di leggere. Infatti la lettura di un testo ad alta voce a un singolo ascoltatore o di fronte pubblico fa parte da sempre delle possibili opzioni della lettura: la lettura silenziosa è un'invenzione relativamente recente, che agli inizi provocò sorpresa: in un'epoca in cui si usava farsi leggere i testi da uno schiavo, grande fu lo sconcerto di Ambrogio quando vide Agostino leggere "a fior di labbra", "senza sentire la sua voce".

“Sed cum legebat, oculi ducebantur per paginas
et cor intellectum rimabatur,
vox autem et lingua quiescebant.”

“Ma quando leggeva, gli occhi erano condotti per le pagine,
e il cuore dell'intelletto apriva fessure,
mentre la voce e la lingua, invece, stavano a riposo”
(Agostino, Confessiones, VI, 3,3; Corpus Christianorum, Series Latina, XXVII, pp. 75)

I salotti letterari, dove si discuteva soprattutto dei libri alla moda e delle idee che diffodenvano, hanno una tradizione che risale almeno al Settecento. Più recente (negli Stati Uniti del Novecento) è la formalizzazione dei gruppi di lettura, i cui membri scelgono di leggere lo stesso testo per poi discuterne insieme.
In rete e/o utilizzando lettori di ebooks è possibile, per esempio:

– acquistare e vendere libri;
– costruire la propria biblioteca virtuale, inserendo per esempio il codice ISBN, ed eventualmente ordinandola (per autori, temi, generi, lingue, epoca, eccetera);
– pubblicare un commento sui volumi letti;
– accompagnare la lettura di un testo elettronico con le “tracce” che il singolo lettore lasciava sulla copia fisica del volume cartaceo, in genere a proprio uso personale: note a margine e commenti, “orecchie” (pieghe sugli angoli), sottolineature ed evidenziazioni di passi selezionati;
– monitorare l'esperienza della lettura: per esempio, registrando durata e velocità (misure offerte per esempio da una app come Readmill), o memorizzando numero e densità di note;
– condividere e confrontare la propria esperienza con quella di altri lettori, ed eventualmente discuterne con loro, sia nel corso della lettura (per esempio, informando chi tra gli “amici” sta leggendo lo stesso libro), sia a lettura terminata.

Bob Stein, dell'Institute for the Future of the Book, ha abbozzato una tassonomia del social reading, offline e online, identificando quattro tipologie:

1. discutere di un libro di persona con amici e conoscenti: un'esperienza informale, offline, sincrona, effimera;
2. discutere di un libro in rete: un'esperienza online, informale, sincrona o asincrona, che lascia una traccia permanente. E' praticabile nelle pagine delle recensioni di Amazon e di altre librerie online, in molto blog letterari, e su social networks come Goodreads, Anobii (e più genericamente nei social networks). Rientrano in questa categoria anche siti di bookmarking online come Reddit, Digg, o Delicious. A volte – nelle chat – l'esperienza può essere sincrona. Alcuni e-book readers hanno iniziato a implementare funzioni che socializzano l'esperienza della lettura, permettendo di condividere brani scelti e annotazioni;
3. discutere di un libro in un'aula scolastica o universitaria, o in un gruppo di lettura: un'esperienza offline, formale, sincrona, effimera. E' ovviamente possibile dare forme più rigide anche alle discussioni online, anche se le caratteristiche della comunicazione privilegiano l'informalità, l'immediatezza e la brevità;
4. discutere di un libro nei margini: una esperienza online, formale, sincrona o asincrona, che lascia una traccia permanente. Le note e gli appunti dei lettori vengono inseriti nel margine destro del testo, e ne diventano così parte integrante. Man mano che queste note a margine vengono rese pubbliche, si sedimenta un "network di glosse" (Raffaele Simone, “la Repubblica”, 6 novembre 2011). Offrono queste funzionalità “wiki” tra gli altri CommentPress (un software gratuito creato dall'Institute for the Future of the Book, con l'obiettivo di “trasformare un documento in una conversazione”), DigressIt e BookGlutton. Strumenti come questi possono utilmente supportare la didattica e la ricerca.

Alcuni sostenitori del social reading prevedono che la diffusione di queste pratiche offrirà anche la possibilità di attenuare alcune delle conseguenze negative della transizione della lettura al virtuale:

– costruisce relazioni e comunità tra i lettori, facilitando così la scoperta di nuovi libri e nuovi autori, che è stata resa più difficile dalla crisi degli abituali mediatori di informazioni (le librerie, soprattutto indipendenti, e l'informazione culturale sui media tradizionali);
– si propone come mediatore tra l'autore (e l'editore) e il lettore: offre agli editori un canale di raccolta di informazioni (demografia dei lettori e loro preferenze di lettura, meccanismi di diffusione delle informazioni sul libro); consente di instaurare una comunicazione personale tra autore/editore e lettore.
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