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Alcune cose che si possono fare con i libri nel XXI secolo
Controdizionario del libro ai tempi di Google, Amazon e dei social networks
di Oliviero Ponte di Pino




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sono molti gli scrittori che usano uno pseudonimo per recensire favorevolmente i propri libri (e magari denigrare quelli dei concorrenti). Quando vengono scoperti, alcuni si pentono, come è accaduto a R. J. Ellory, smascherato nel 2012 dal “Daily Mail”: “Ho sbagliato, mi rincresce, è stato un grave errore di giudizio da parte mia, chiedo scusa ai lettori e alla comunità degli scrittori”. Altri, come Stephen Leather, si difendono sostenendo che pratica è generalizzata: “Lo fanno tutti gli scrittori che conosco. Parlo dei miei libri sulle chat line, talvolta usando il mio nome, altre con nomi inventati. E’ un nuovo metodo di marketing, non se ne può fare a meno nell’era del web”. Altri scrittori preferiscono ricorrere alle --> recensioni a pagamento.
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