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Alcune cose che si possono fare con i libri nel XXI secolo
Controdizionario del libro ai tempi di Google, Amazon e dei social networks
di Oliviero Ponte di Pino




libri di testo

anche la scuola si sta digitalizzando, a partire dai libri di testo. In Italia, il primo impulso è stato dato dal ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini, che ha imposto la commistione di cartaceo e digitale: tendenzialmente un manuale cartaceo con l’eserciziario e gli eventuali aggiornamenti digitali. Nell’autunno 2012 il suo successore Corrado Passera ha rilanciato, imponendo nell’anno scolastico 2013-14 una manualistica quasi completamente smaterializzata: “Dal 2013 avvieremo un processo in cui inizialmente avremo un piccolissimo libretto e poi tanti supporti digitali, dove il libro nasce ogni giorno. Sulla base di uno scritto iniziale ci sarà la possibilità di fare collegamenti con video, risolutori, fotografie, altri testi e quindi costruire un libro personalizzato” (“la Repubblica”, 24 novembre 2012).
Questa accelerazione ha suscitato alcune reazioni negative. Gli editori si sono lamentati dei tempi stretti; e in genere si sono rimarcate:

- la mancanza nelle scuole di strumenti per usare i contenuti elettronici (a cominciare dai collegamenti wi-fi),
- le scarse garanzie sulla qualità dei materiali (soprattutto dei “contenuti integrativi”),
- l’impreparazione dei docenti, che a differenza dei loro allievi non sono “nativi digitali”.

Su un piano più generale, a preoccupare vari commentatori è la perdita di centralità del libro cartaceo, che è alla base della cultura occidentale (e delle “religioni del libro”).
D’altro canto, molti editori di scolastica si erano attrezzati e già pubblicavano contenuti digitali (Zanichelli in Italia dal 2007). La rete ha inoltre consentito lo sviluppo di altre esperienze.
Book in Progress ha coinvolto (al settembre 2012) 800 docenti di 70 istituti scolastici nella realizzazione di contenuti (anche multimediali) per licei e istituti tecnici e professionali, utilizzando iBookAuthor. Gli studenti possono scaricare gratuitamente i contenuti sul loro iPad, o in alternativa acquistarli in formato cartaceo a 50 € (per coprire i costi di stampa). (“la Repubblica”, 15 settembre 2012)
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